Torna in carcere Remi Nikolic, il giovane che nel 2012 – appena 17enne – travolse e uccise a bordo di un suv l’agente di Polizia locale Niccolò Savarino a Milano. Nikolic è stato fermato oggi – 9 luglio – per due furti in abitazione che avrebbe commesso con altri due complici il 22 febbraio scorso. Undici giorni prima Nikolic, difeso dal legale David Russo e condannato dai giudici minorili a 9 anni e 8 mesi, aveva finito di scontare la pena per l’omicidio. Il fermo per Nikolic, che ora ha 26 anni, e per gli altri 2 è stato disposto dal pm Francesca Crupi dopo le indagini della Squadra mobile. Tre giorni fa Milos Stizanin, serbo di 26 anni che era in auto con Nikolic il 12 gennaio 2012, quando investì il vigile che effettuava un controllo di routine in un parcheggio, è stato assolto dall’accusa di concorso in omicidio.
L’omicidio di Savarino
Nikolic, che all’epoca dell’omicidio aveva 17 anni, nel luglio di 3 anni fa aveva ottenuto su istanza dell’avvocato Russo l’affidamento in prova, dopo 5 anni e mezzo di carcere minorile. L’11 febbraio scorso ha finito di scontare la pena e oggi è stato fermato per due furti in abitazioni che avrebbe commesso, assieme a due complici di 26 e 23 anni, il 22 febbraio. Quel giorno, secondo l’accusa, il giovane sarebbe entrato prima in un appartamento portando via beni per 100mila euro, poi in un secondo dove avrebbe preso gioielli d’oro. A carico dei tre ci sono anche intercettazioni telefoniche e ambientali e, secondo gli investigatori, Nikolic aveva nell’ultimo periodo disponibilità economiche per spostarsi anche all’estero. In particolare, si sarebbe recato in Belgio per “affari” ed era pronto a partire per la Spagna. Il 26enne, difeso dai legali David Russo e Lorenzo Castiglioni, è tornato libero al termine del processo che si era riaperto per la modifica dell’accusa da favoreggiamento a concorso in omicidio, avvenuta nel corso del procedimento. Lo stesso pm nel provvedimento di fermo odierno segnala che il giovane “appena uscito dal carcere, solo 11 giorni dopo è tornato a delinquere”.