Il suicidio assistito è un’assurdità perché “la dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita. Il presidente della pontificia accademia per la Vita, mons. Carrasco de Paula, commentando il caso di Brittany è netto: “Non giudichiamo le persone ma il gesto in sé è da condannare”.
Brittany Maynard è il malato terminale numero 1.174 che ha ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito in Oregon, negli Usa (dove questa pratica è legale da 17 anni) e il 753° a ingerire davvero le pillole killer. “La scelta di Brittany – ha spiegato il “ministro” vaticano della bioetica – è in sé da condannare, ma quello che è successo nella coscienza noi non lo sappiamo. Noi scegliamo sempre cercando il bene, il guaio è quando sbagliamo. La coscienza è come un santuario in cui non si può entrare. Ma riflettiamo – ha aggiunto – sul fatto che se un giorno si portasse a termine il progetto per cui tutti i malati si tolgono la vita, questi sarebbero abbandonati completamente: il pericolo è incombente perché la società non vuole pagare i costi della malattia e questa rischia di divenire la soluzione”.
Brittany Maynard è nata in California nel 1984 e si è laureata a Berkeley come insegnante. Nel 2012 si è sposata con il fidanzato Daniel Diaz, con quale avrebbe voluto fare un figlio. Ma il capodanno del 2014 le è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello. Tre mesi dopo è stata operata, ma il cancro era progredito e i medici le avevano dato pochi mesi di vita, da passare fra atroci sofferenze.
Brittany ha così deciso così “di vivere nel modo migliore” il tempo che le restava e di porre fine alla sua vita prima che le sofferenze diventassero troppo forti. Per farlo si è trasferita con la famiglia a Portland, nello stato dell’Oregon, uno dei cinque stati americani che permettono il suicidio assistito. Poi la decisione di uccidersi, travagliata; passata prima per un rinvio e poi attraverso la paura di non riuscire – se avesse aspettato – a decidere autonomamente e in piena autosufficienza. Infine il passo senza ritorno.
“Questa donna – ha detto ancora mons. Carrasco de Paula – lo ha fatto pensando di morire dignitosamente, ma è qui l’errore, suicidarsi non è una cosa buona, è una cosa cattiva perché è dire no alla propria vita e a tutto ciò che significa rispetto alla nostra missione nel mondo e verso le persone che si hanno vicino”.
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