Terziario, niente rinnovo: il commercio sciopera

Sciopero commercio

Foto di Donald Giannatti su Unsplash

Si concludono con un nulla di fatto le lunghe trattative del settore terziario con Federdistribuzione. L’esito negativo porta le associazioni di tutela e i sindacati a indire una giornata di sciopero per il prossimo 30 marzo, con estensione tramite mancata disponibilità al lavoro per i due giorni successivi (31 marzo e 1 aprile). Nota di rammarico di Federdistribuzione: “Un’occasione persa”.

Il commercio sciopera

A una settimana dal rinnovo del contratto nazionale del terziario con Confcommercio e Confesercenti, saltano le già lunghe e difficili trattative con Federdistribuzione. Così Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proclamano otto ore di sciopero in tutta Italia per il 30 marzo e con la mancata disponibilità al lavoro per il 31 e il primo aprile.

Nessun corteo ma presìdi, flash mob e attività di sensibilizzazione. “Sono trascorsi oltre quattro anni dalla scadenza del primo (e ultimo) Ccnl sottoscritto – scrivono i sindacati – e la ritrosia patologica di Federdistribuzione a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate non accenna ad attenuarsi”.

La trattativa

La scelta dello sciopero è arrivata dopo “una lunga e snervante trattativa”, spiegano i sindacati. “Federdistribuzione ha calato (nuovamente) la maschera: ha sottoposto alle organizzazioni, nel corso di una fase negoziale no-stop che avrebbe dovuto portare alla sottoscrizione del tanto agognato accordo di rinnovo, una serie di pretese irrealistiche e finalizzate unicamente a far naufragare una già complessa negoziazione”. Opposta la posizione dell’associazione di categoria che prende atto “con rammarico, della rottura unilaterale da parte delle stesse organizzazioni sindacali al tavolo della negoziazione per il rinnovo del contratto”.

“Un’occasione persa”

Federdistribuzione parla di “occasione persa” e ritiene lo sciopero “un atto di grave irresponsabilità e privo di fondamento”. L’organizzazione datoriale precisa di aver “affrontato con senso di responsabilità la questione salariale – precisa -, dando ampie aperture per rispondere all’esigenza di tutelare il potere di acquisto dei lavoratori”. E ha proposto nel corso delle trattative “alcuni adeguamenti normativi al contratto, sempre nel rispetto dei diritti acquisiti, per andare incontro a cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nell’organizzazione del lavoro delle imprese”. “L’auspicio – conclude – è di poter riprendere il dialogo con le organizzazioni sindacali alle quali viene chiesto tuttavia un approccio costruttivo”.

Fonte: Ansa

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