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Sudan, Tajani: “Stiamo facendo di tutto per garantire sicurezza e incolumità ai nostri concittadini”

Il ministro degli Esteri ha affermato che l'ambasciata d'Italia nella capitale sudanese Khartoum fornisce anche alimenti, acqua e carburante agli italiani

A margine di un’iniziativa elettorale a Siena, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato alcune dichiarazioni su quanto sta accadendo in Sudan, dove da giorni vanno avanti gli scontri armati tra l’esercito regolare e le truppe paramilitari delle Forze di supporto rapido.

“Situazione complicata”

“E’ una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum, noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura. L’ambasciata d’Italia è aperta e pienamente operativa. Tutti i nostri connazionali a Khartoum sono in contatto con l’ambasciata, molti sono già nella sede dell’ambasciata che è in grado anche di fornire alimenti e acqua, e pure carburante, per poter stare in condizioni dignitose”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, stamani a Siena a una iniziativa elettorale per le Comunali.

“Sicurezza e incolumità”

“Il Governo sta facendo di tutto e farà tutto per garantire sicurezza e incolumità ai nostri concittadini” in Sudan, ha anche detto Tajani. “Mi auguro che vengano rispettate le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan – ha proseguito -, quindi che le due parti che si stanno combattendo non facciano danni al popolo sudanese. Ripeto, stiamo lavorando perché si possa arrivare a una tregua duratura”.

19 italiani

“Sono stati messi in sicurezza 19 italiani che si trovavano in crociera nelle acque di Port Sudan. Li abbiamo assistiti fin dall’inizio degli scontri, ora sono sbarcati ad Hurghada. Grazie al lavoro delle nostre Ambasciate a Khartoum e al Cairo e dell’Unità di Crisi della Farnesina“. Lo scrive in un tweet il vicepremier e ministro degli Esteri.

Ministro esteri Canada: “Situazione in rapido deterioramento”

Il governo federale canadese afferma di aver dispiegato membri del suo Global Affairs Standing Rapid Deployment Team (forze di intervento d’emergenza) a Gibuti a causa della situazione instabile e “in rapido deterioramento” in Sudan. Lo ha detto il ministro degli Esteri Mélanie Joly precisando che l’ambasciata canadese nella capitale del Sudan, Khartoum, ha temporaneamente sospeso le operazioni in presenza. Il governo afferma che anche il Dipartimento della difesa nazionale e le forze armate canadesi stanno pianificando eventuali forniture di uomini e mezzi, ma non hanno fornito ulteriori dettagli. Joly ha affermato che il Canada non ha mezzi per evacuare i cittadini dal Sudan, dove la violenza è drasticamente aumentata tra l’esercito del Paese e la sua forza paramilitare rivale. Il dipartimento per gli affari globali ha affermato di essere a conoscenza di circa 1.500 canadesi registrati come residenti in Sudan. “La situazione in Sudan è instabile e si sta deteriorando rapidamente”, ha detto Joly in un comunicato. “Il Canada continua a chiedere la fine della violenza e si schiera con il popolo sudanese mentre lotta per la pace. “Stiamo monitorando attivamente la situazione in Sudan e stiamo lavorando con i paesi vicini, nonché con governi che la pensano allo stesso modo e con la comunità internazionale per coordinare la risposta a questa crisi”. Joly ha detto che i servizi consolari rimangono disponibili per i canadesi in Sudan ma, a causa della situazione della sicurezza, questi potrebbero essere limitati. Ha aggiunto che i funzionari di Ottawa sono in contatto regolare con i canadesi, fornendo loro informazioni e consigli man mano che la situazione si sviluppa. Gli Stati Uniti e altri Paesi prevedono un’escalation della violenza e si stanno preparando a evacuare i propri cittadini in Sudan.

Fonte Ansa

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