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Sudan, la guerra dimenticata: appello di Caritas italiana

Caritas italiana chiede un immediato cessate il fuoco in Sudan, oltre che la garanzia della tutela dei diritti umani. Intanto, nel Paese è emergenza sfollati interni

La Caritas italiana si unisce agli appelli di Papa Francesco per la pace in Sudan. E chiede la garanzia dell’accesso agli aiuti umanitari, oltre che un immediato cessate il fuoco.

Appello di Caritas italiana per il Sudan

Caritas italiana si unisce ai ripetuti appelli del Papa e dei vescovi sudanesi e sud sudanesi per “un immediato cessato il fuoco in Sudan, per la garanzia dell’accesso agli aiuti umanitari, la tutela della popolazione civile, lo stanziamento dei fondi necessari all’assistenza umanitaria di profughi, sfollati e comunità ospitanti”. Caritas italiana è sin dall’inizio accanto alla popolazione colpita nel sostenere molteplici interventi della Chiesa e della rete Caritas, presente quest’ultima nei diversi Paesi di accoglienza dei profughi, pronta ad offrire assistenza. In particolare si stanno fornendo beni di prima necessità agli sfollati in Sudan e ai profughi fuggiti in Ciad, in Sud Sudan in Etiopia e nella Repubblica Centrafricana. Migliaia le persone aiutate con beni alimentari, utensili, zanzariere, materiali per l’igiene, costruzione di latrine, acqua. Nella scelta dei destinatari particolare attenzione è posta alle situazioni più vulnerabili: persone con disabilità, minori non accompagnati, anziani, donne capofamiglia.

Il conflitto dimenticato

La guerra in Sudan è uno dei conflitti di cui non si parla. È scoppiata il 15 aprile 2023, per lo scontro tra il presidente il vicepresidente sudanesi, i due generali artefici del colpo di stato del 2021 e, rispettivamente, al comando dell’esercito regolare e del gruppo paramilitare delle Forze di Supporto Rapido. A più di otto mesi dall’inizio della guerra il numero di vittime ha superato le 12.000 unità, per la gran parte civili. Ma potrebbero essere molte di più.

Dalla capitale alle aree interne

Il conflitto è iniziato nella capitale Khartoum e si è esteso ad altre aree del Paese, soprattutto la regione occidentale del Darfur, dove ha assunto connotati etnico-tribali e dove si sono riprodotte le dinamiche di violenza etnica, con uccisioni e stupri di massa, già viste in passato. Poi al sud nel Kordofan e infine nell’area sud orientale nello stato di Gezira, che sino a dicembre era rimasto lontano dalle violenze e dove si erano rifugiati molte persone sfollate. Anche questa guerra colpisce soprattutto la popolazione civile la quale, oltre ad essere vittima delle violenze dei militari, nelle aree di conflitto ha un accesso limitato a cibo, acqua, medicine.

La situazione degli sfollati

Le persone sono costrette a scappare in zone ritenute più sicure o in altri Paesi. Gli sfollati sono oltre 6,7 milioni di cui 1,4 rifugiati nei Paesi limitrofi. Oggi il Sudan è il Paese con il maggior numero di sfollati interni al mondo. Le conseguenze della guerra hanno un impatto su tutto il territorio, avendo innescato una grave crisi umanitaria con 17,7 milioni di persone in condizioni di scarsità di cibo, di cui quasi 5 milioni in modo grave. Sono oltre 6.000 i casi di colera dovuti alle precarie condizioni igienico sanitarie con decine di morti. È possibile contribuire agli interventi di Caritas italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Sudan”. Info: www.caritas.it

Fonte: AgenSir

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