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STUDENTE MORTO IN GITA, L’ULTIMO SALUTO A DOMENICO

In un clima di commozione generale si sono svolti nella chiesa di Altichiero, nel Padovano, i funerali di Domenico Maurantonio, il ragazzo morto durante una gita scolastica all’Expo di Milano. La bara coperta di fiori è entrata puntualmente alle 10.30 per una cerimonia composta, come richiesto dal parroco che celebra l’ultimo saluto. “Ci sentiamo tutti piccoli di fronte a un fatto come questo” ha esordito il sacerdote davanti alle centinaia di persone giunte per tributare l’ultimo saluto al 19enne volato dal quinto piano dell’hotel “Da Vinci”. “Se tutta la verità è uscita bene – ha proseguito il presbitero – se ce ne è ancora nascosta sotto il magone e la paura speriamo la si lasci uscire al più presto, per quanto male possa fare, perché solo con la verità ci sono futuro e libertà”. Strazianti le parole padre di Domenico, “tutti abbiamo un debito di verità e coscienza nei confronti di mio figlio. – ha detto – Era il mio amico, il mio eroe. Mi prendeva in giro perché ero troppo vecchio, ma lui ci ha lasciato troppo giovane. Per raccontarlo mi ci vorrebbero 19 anni, non so se avrò la forza di andare avanti”.

Una tragedia, forse, causata da uno scherzo finito male. E’ la pista che stanno seguendo gli investigatori risentendo per ore i compagni del liceo “Ippolito Nievo” dopo gli interrogatori successivi al ritrovamento del corpo all’alba di domenica. Tutta da verificare la possibilità che nelle mani di chi si sta occupando del caso vi siano immagini, fotogrammi rubati nella stanza divisa da Domenico e dai suoi amici che potrebbero raccontare una verità diversa dai tanti “non so” e “non ho visto nulla” riferiti sino ad ora. Il sospetto di mamma Antonia, insegnante, appare come un j’accuse rivolto ai docenti che accompagnavano il gruppo in visita all’Expo ma soprattutto ai compagni di camera del figlio: impossibile che nessuno abbia visto o sentito nulla. Probabile, invece, che più di qualcuno non parli o ometta, magari per paura di un coinvolgimento diretto, pezzi importanti della ricostruzione dell’accaduto.

Nelle mani degli investigatori, che procedono per omicidio colposo, in queste ore si sono aggiunti pochi elementi nuovi. Una foto, raccapricciante, mostrata ad uno degli insegnanti dal telefonino di un inserviente dell’hotel, che ritrae il giovane esanime al suolo. E le parole della preside, Maria Grazia Rubini, che insinua nella vicenda l’ombra di un uomo misterioso, uno slavo, che si sarebbe aggirato in prossimità delle stanze dei ragazzi. L’insegnante ha voluto rispondere indirettamente al grido di dolore della madre di Domenico, respingendo ogni responsabilità. “Mi trovo – si sfoga – in un tritasassi che non merito”.

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