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Strage alla riunione di condominio: il killer aveva 170 proiettili

Emergono nuovi dettagli sull'uomo accusato di aver ucciso tre donne e ferito altre quattro persone a una riunione condominiale. Un'amica della premier fra le vittime

Un’irruzione folle in un’assemblea condominiale, durante la quale ha aperto il fuoco uccidendo tre persone e ferendone altre quattro. Un uomo di 57 anni, Claudio Campiti, è stato fermato con l’accusa di essere il responsabile della strage avvenuta a Roma, in Via Monte Giberto, zona Fidene. Nelle ultime ore, sono emersi nuovi particolari, fra i quali un post pubblicato in riferimento ai suoi dissidi con il condominio.

L’arma del killer

L’uomo è stato trovato in possesso complessivamente di 170 proiettili e anche di un secondo caricatore Ha sparato sette-otto colpi, altri sette erano nel caricatore dell’arma e altri 155 gli sono stati trovati addosso. Nel decreto di fermo la Procura di Roma contesta anche il pericolo di fuga. L’indagato, infatti, aveva con sé al momento della sparatoria il passaporto e in uno zaino vestiti e sei mila euro in contanti.

Ha prelavato questa mattina la pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto, a Roma, Claudio Campiti. L’arrestato sarebbe arrivato al poligono in orario di apertura e dopo avere lasciato un documento di identità si sarebbe fatto consegnare la pistola Glock, una semiautomatica, con cui si è poi allontanato per raggiungere via Monte Giberto, teatro della tragedia prima di essere bloccato da alcuni presenti. Campiti aveva chiesto il porto d’armi ma gli era stato negato. Il no era arrivato grazie alle informazioni fornite dai Carabinieri del luogo dove viveva, in provincia di Rieti, che avevano riferito delle liti in atto con il Consorzio.

Il messaggio della premier

“L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti è stato fermato e spero che la giustizia faccia quanto prima il suo corso”. Lo scrive Giorgia Meloni su Facebook nel commentare la sparatoria a Roma dove è stata uccisa, tra le tre vittime, Nicoletta Golisano con Sabina Sperandio ed Elisabetta Silenzi.

“Nicoletta era mia amica, non è giusto morire così. Nicoletta era una mamma protettiva – scrive la premier su Fb – un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. E’ stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma. Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido babino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua – ha aggiunto – altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte”.

“L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola ‘giustizia’ non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così”, aggiunge Meloni. “Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così. A Dio Nico. Ti voglio bene”.

Fonte: Ansa

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