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Strage di Kerman, dall’Iran: “È stato l’Isis”

Fonti iraniane parlano di una presunta rivendicazione da parte di Daesh. Le esplosioni vicino la tomba di Qassem Soleimani hanno provocato 84 morti

Ci sarebbe l’Isis dietro il massacro di Kerman, in Iran, dove l’esplosione di due diverse bombe ha provocato la morte di 84 civili e il ferimento di altre 284. A riferirlo, fonti della Magistratura iraniana, che cita “rapporti dei media”. Il massacro è avvenuto mentre migliaia di persone si recavano al cimitero di Kerman per commemorare il generale Qassem Soleimani, numero uno delle forze Qods della Guardia della Rivoluzione iraniana, ucciso il 3 gennaio 2020.

Strage di Kerman, la presunta rivendicazione

L’Isis avrebbe rivendicato la responsabilità delle due esplosioni di ieri a Kerman, in Iran, che hanno provocato la morte di 84 persone e il ferimento di altre 284. Lo riporta su X “Mizan”, il sito della Magistratura iraniana, citando “alcuni rapporti sui media”.

Le autorità non confermano

Le autorità iraniane parlano di attacco “terroristico” – finora non rivendicato da nessuno – ma si astengono dall’individuare esplicitamente un colpevole. Attentati come questo hanno già insanguinato il Paese nel corso degli anni e sono stati rivendicati da vari gruppi. Dall’Isis ai separatisti del Baluchistan, a quelli arabi del sud. Il servizio segreto israeliano Mossad è stato invece accusato da Teheran di uccisioni mirate di scienziati nucleari e responsabili militari sia in Iran sia all’estero. L’ultimo caso è quello di Seyed Razi Mousavi, generale dei Pasdaran colpito a morte il 25 dicembre in Siria. La duplice esplosione di Kerman è avvenuta inoltre all’indomani dell’attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri.

Gli Usa: “Israele estraneo”

A respingere qualsiasi sospetto su un’eventuale mano di Israele nella strage di oggi, sono intervenuti subito gli americani: “Non ci sono informazioni indipendenti su quanto accaduto in Iran, è troppo presto per fare valutazioni ma non abbiamo alcun motivo di pensare che Israele sia coinvolto“. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa, Matthew Miller, escludendo anche qualsiasi coinvolgimento degli Usa nell’episodio.

L’accusa di Teheran

Ma in tarda srata l’alto consigliere del presidente iraniano, Mohammad Jamshidi, ha incolpato Israele e gli Stati Uniti delle due esplosioni. “Washington dice che Stati Uniti e Israele non hanno avuto alcun ruolo nell’attacco terroristico a Kerman, in Iran. Davvero? Una volpe annusa prima la propria tana“, ha scritto Mohammad Jamshidi su X. “Non commettete errori. La responsabilità di questo crimine è dei regimi statunitense e sionista e il terrorismo è solo uno strumento”.

Gli “odiosi criminali” dietro al duplice attentato di Kerman avranno una “risposta severa” e la “giusta punizione”, ha detto la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, accusando genericamente quelli che ha definito “i nemici diabolici della nazione iraniana”.

Raisi non va in Turchia

Il presidente Ebrahim Raisi – che ha cancellato la prevista visita in Turchia – ha affermato che i colpevoli saranno “presto identificati e puniti” e che “i nemici della nazione devono sapere che queste azioni non potranno mai spezzare la solida determinazione della nazione iraniana”. La risposta iraniana sarà “forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile”. Così ha avvertito il ministro dell’Interno, Ahmad Vahidi, sottolineando comunque che le indagini sono ancora in corso per identificare i colpevoli. Il ministro ha fatto sapere che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima.

Fonte: Ansa

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