Strage di Bologna, Mattarella: “Solidarietà ai familiari delle vittime. Esigenza di piena verità”

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Il boato, poi l’incubo. Tutto in una frazione di secondo, che ha trasformato il torrido weekend vacanziero di Bologna in una delle pagine più buie della storia della nostra Repubblica. Quel boato sarebbe diventato la Strage di Bologna, il più grave atto terroristico dell’Italia del Dopoguerra, un bagno di sangue, vile e criminale, che costò la vita a 85 persone.

Dopo aver partecipato alla commemorazione delle vittime, quest’anno avvenuta in coincidenza con il ricordo dei morti di Ustica, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un nuovo messaggio alla Nazione. Un monito, affinché la memoria di quei giorni resti viva negli italiani e non permetta a quella violenza di tornare a colpire. “In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione – ha scritto il Capo dello Stato -, che provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti, desidero – a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall’incontro nel luogo dell’attentato – riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall’efferato e criminale gesto terroristico”.

Verità e unità

Il Presidente della Repubblica ha ricordato che alla solidarietà e alla vicinanza nei confronti dei familiari delle vittime, si deve agire “riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”.

Un discorso che si pone in continuità con quanto affermato durante la commemorazione delle vittime di Bologna e Ustica, durante la quale sottolineò come la città e il Paese intero offrirono una reazione coesa all’attacco ricevuto. “La reazione di Bologna e dei bolognesi – aveva detto Mattarella -, una reazione immediata di soccorso per i feriti. Una reazione civile, determinata e composta a difesa della libertà e della democrazia contro lo stragismo e la strategia del terrore”.

Crimi: “Inaccettabile la mancanza di piena verità”

Anche il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, ha manifestato solidarietà alle famiglie delle vittime della strage durante la cerimonia di apertura della commemorazione. “La serietà impone che di fronte ai familiari si ponga un punto fermo. Dopo 40 anni si può solo chiedere scusa”. Secondo Crimi “non è accettabile non è ammissibile” non essere giunti a una verità piena sulla Strage del 2 agosto 1980. “Le scuse” da parte dello Stato “sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza, dopo 40 anni di dolori immutabili vissuti dai familiari si può solo chiedere scusa“.

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