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STRAGE AL TRIBUNALE DI MILANO. INTERVISTA A SABELLI (ANM)

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Si sono nascoste dietro gli spigoli dei corridoi, sotto le scrivanie, barricate nelle aule e negli uffici. Quegli spari tra il secondo e il terzo piano riecheggiano ancora nelle orecchie delle centinaia di persone presenti nel Palazzo di Giustizia di Milano. Carabinieri e poliziotti, in divisa o in borghese, armi in pugno hanno percorso i corridoi del tribunale di Mani Pulite, con l’obiettivo di mettere in sicurezza tutte le aule. Hanno fatto evacuare prima le donne, poi hanno scortato alcuni magistrati. Nel frattempo la tragedia si era consumata: Claudio Giardello aveva compiuto la sua vendetta. E la caccia all’uomo era iniziata.

Increduli, spaventati e anche arrabbiati. Dopo esser stati evacuati dal palazzo, in molti tra giudici, avvocati e personale civile si chiedevano come potesse essere entrata una pistola in uno dei luoghi più sorvegliati della città. “Da quello che pare ormai accertato – afferma il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo M. Sabelli, sentito da Interris.it – si è trattato di un atto criminale individuale: una persona che entra in un palazzo di Giustizia, spara e uccide. Un atto spaventoso che riguarda un magistrato, un avvocato, dei cittadini…”

Una falla enorme sotto il profilo della sicurezza. Cosa ne pensa?
“Il Tribunale dovrebbe essere sicuro materialmente, ed è anche il luogo simbolicamente del superamento dei contrasti. La legalità infatti è proprio la ricomposizione delle liti, e la giustizia è agli antipodi rispetto alla violenza. E’ anche il luogo del controllo della legalità, dell’applicazione delle sanzioni, ma deve essere un assolutamente impermeabile alla violenza. Anche da un punto di vista ideale dunque ciò che è accaduto è spaventoso”.

Rodolfo M. Sabelli

Quali sono gli aspetti più inquietanti della vicenda?
“C’è un doppio profilo legato alla sicurezza: non soltanto è entrata una persona armata nel Palazzo, ma c’è l’aspetto dei movimenti che questa ha potuto fare all’interno del Tribunale. Entra in un’aula di Giustizia, spara e uccide; dopodiché – se la ricostruzione sarà confermata – esce, cambia di piano, entra in un altro ufficio e spara uccidendo ancora. Poi ancora riesce a uscire dal Palazzo di Giustizia e ad allontanarsi da Milano. Abbiamo una situazione di mancanza di sicurezza interna incredibile…”

E’ un problema solo di Milano?
C’è un’incertezza generalizzata. Io non conosco la realtà dei singoli Palazzi di Giustizia, non voglio credere che tutti siano insicuri; non lo so e non compete a me dire una cosa del genere. Occorre però che i responsabili della sicurezza si facciano carico di questi problemi. Certo ciò che è accaduto rivela una situazione particolarmente grave, sia per quanto riguarda l’ingresso dell’arma sia per ciò che poi è accaduto”.

Il Capo dello Stato ha richiamato il Paese al rispetto dei magistrati…
“Questo è un problema di carattere generale. Noi tante volte abbiamo chiesto rispetto per la giustizia, per la giurisdizione, per coloro che operano per l’applicazione della legge; tutto ciò è una precondizione per ottenere il rispetto dai singoli cittadini verso la funzione giudiziaria. Oggi è stato ucciso un giudice, e con lui un avvocato. Morto anche un imputato. Un atto criminale che ha simbolicamente spazzato via ogni attore del settore Giustizia”.

La gravità della vicenda ha spinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a convocare un plenum straordinario del Csm. “La società democratica – ha detto il Capo dello Stato – è per sua natura vulnerabile: alle insidie criminali lo Stato risponde con fermezza, nel pieno rispetto dei diritti”. Gli inquirenti – ha aggiunto – “faranno piena luce”, “spetterà poi ai vertici degli uffici giudiziari di Milano e al ministro della Giustizia prendere i dovuti provvedimenti perché simili fatti non si ripetano”. Renzi parla di “falle evidenti”. Il guardasigilli Orlando di “gravi errori”. Il ministro dell’Interno Alfano chiede celerità nelle indagini per individuare “il responsabile dell’ingresso di un’arma a palazzo di giustizia”. Nei palazzi di giustizia e non solo, visto che il grave episodio si è verificato nella città che a breve ospiterà l’appuntamento che attirerà l’attenzione di tutto il mondo: l’Expo.

Aldo Buonaiuto: