Dura replica di Hamas a Israele, dopo la decisione del premier Netanyahu di limitare l’accesso alla Spianata delle Moschee per gli arabi durante il Ramadan. Secondo il gruppo palestinese, infatti, si tratta di “una violazione della libertà di culto”, oltre che di un atto che non avverrà “senza responsabilità”. La popolazione palestinese invitata alla mobilitazione.
Spianata delle Moschee, botta e risposta
Israele limita l’ingresso degli arabi alla Spianata delle moschee durante il Ramadan e Hamas parla di “violazione della libertà di culto“, incitando i palestinesi alla mobilitazione. Almeno 70 persone sono morte e diverse altre rimaste ferite nei bombardamenti israeliani di ieri sulla Striscia di Gaza, secondo l’agenzia di stampa Wafa. Danni a un mercantile davanti le coste dello Yemen. Oggi l’Ue lancia la missione Aspides, contro gli attacchi Houthi alle imbarcazioni commerciali nel Mar Rosso e nel Canale di Suez.
La disposizione
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, di limitare l’ingresso degli arabi israeliani al complesso del Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan, nonostante il parere contrario dello Shin Bet. Lo scrive Hareetz. L’ufficio del premier israeliano ha definito “equilibrata” la decisione di Benjamin Netanyahu di limitare l’ingresso degli arabi israeliani al Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan e ha affermato che essa “consente la libertà di culto entro i limiti delle esigenze di sicurezza determinate dalle autorità di sicurezza”.
La replica di Hamas
Immediata la replica di Hamas, che ha definito la decisione di Israele “una violazione della libertà di culto” e ha invitato i palestinesi a “mobilitarsi, a marciare ed essere presenti nella moschea di al-Aqsa”, che si trova nel complesso religioso di Gerusalemme.
In un comunicato citato dai media internazionali, il movimento islamista ha affermato che la mossa dello Stato ebraico “indica l’intenzione dell’occupazione di intensificare la sua aggressione contro la moschea di al-Aqsa durante il mese di Ramadan” e ha fatto quindi appello ai palestinesi che vivono nei “territori occupati”, a Gerusalemme e in Cisgiordania “a respingere questa decisione criminale e a resistere all’arroganza dell’occupazione”.
Il monito
Il gruppo al potere nella Striscia di Gaza ha inoltre avvertito che la limitazione dell’accesso alla moschea “non avverrà senza responsabilità“. Anche un membro della Knesset israeliana, Ahmad Tibi, ha definito la decisione di Netanyahu di limitare l’accesso alla moschea di al-Aqsa una “palese violazione della libertà di culto”. In una dichiarazione condivisa sui social media, Tibi ha descritto Netanyahu come un “prigioniero” del “terrorista condannato Ben-Gvir” (il ministro della Sicurezza nazionale israeliano) e ha affermato che “è tempo che il presidente Biden imponga sanzioni allo stesso Ben-Gvir”. Tibi ha aggiunto che “il divieto per i musulmani di pregare nella moschea durante il mese sacro del Ramadan merita di essere discusso alle Nazioni Unite”.
Fonte: Ansa