Spari contro Trump, l’attentatore aveva dell’esplosivo

Il tycoon è stato colpito a un orecchio durante un comizio in Pennsylvania. Ucciso l'attentatore, che ha colpito altre persone, uccidendone una

Donald Trump
Foto © Imago/Image

Attimi di terrore nella contea di Butler, in Pennsylvania, dove Donald Trump stava tenendo un comizio elettorale. L’ex presidente è stato preso di mira da un attentatore che, da un tetto adiacente, ha esploso almeno una decina di colpi d’arma da fuoco, ferendolo a un orecchio. L’autore dell’attentato ha colpito anche altre persone, uccidendone una e ferendone due, prima di essere ucciso da un cecchino del Secret Service. Il candidato repubblicano è stato portato via dagli agenti, mentre alzava il pugno verso la folla. Alcuni testimoni avrebbero cercato di avvertire la polizia della presenza dell’uomo armato. La Casa Bianca: “Non c’è posto per questa violenza in America”.

Trump incoraggia i suoi

Neanche il tempo di riprendersi dallo shock della sparatoria a Butler che Donald Trump torna a caricare i suoi. “In questo momento è più importante che mai rimanere uniti e mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere”, è l’appello dell’ex presidente convinto che “solo Dio ha impedito che l’impensabile accadesse”. L’appuntamento è per domani alla convention repubblicana di Milwaukee: “Non vedo l’ora di parlare alla nostra grande nazione questa settimana dal Wisconsin”, chiama alla mobilitazione il Tycoon.

Moore: “Maggiore protezione”

Mentre l’Fbi è al lavoro per ricostruire l’attentato e il movente che ha spinto Thomas Matthew Crooks a salire sul tetto e a sparare, crescono le accuse al Secret Service. Stephen Moore, consigliere senior della campagna di Donald Trump, nota che “se il proiettile fosse arrivato ad un pollice più in là rispetto alla testa di Trump, si sarebbe trattato di un assassinio”. E incalza: “Di sicuro Trump ha bisogno di maggiore protezione: ora ci si chiede se al Secret Service fossero completamente preparati”. Il comitato di vigilanza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, guidata dai repubblicani, ha convocato la direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle per testimoniare in un’udienza prevista per il 22 luglio. I servizi smentiscono però le affermazioni di aver rifiutato una protezione aggiuntiva per il tycoon.

L’attentatore aveva esplosivo

L’attentatore di Donald Trump aveva materiale esplosivo nell’auto con la quale ha guidato fino al comizio, riferiscono le autorità locali. Secondo fonti informate al New York Times, la polizia avrebbe trovato un altro ordigno esplosivo in casa. Il giovane che ha sparato era stato avvistato fuori dall’evento dalle forze dell’ordine locali, che lo avevano ritenuto sospetto, secondo quanto riferito dalla Cnn che cita fonti informate. Le autorità hanno annunciato via radio di tenerlo d’occhio e l’informazione è stata trasmessa anche al Secret Service.

Spari contro Trump

Donald Trump è stato colpito a un orecchio da spari provenienti da un tetto durante un comizio elettorale in Pennsylvania. Circa una decina i colpi uditi. Uno spettatore è morto e altri due sono feriti. L’attentatore è stato ucciso da un cecchino del Secret Service. Era in mimetica e secondo alcuni giornalisti il tetto su cui si era appostato era a meno di 150 metri dal palco. Richard Goldinger, procuratore della Contea di Butler, dove è successo il fatto, ha detto invece che l’attentatore si trovava sul tetto di un edificio adiacente, fuori dall’area dell’evento. “Era necessario un fucile per compiere l’attentato perché era a diverse centinaia di metri di distanza”, ha detto il procuratore.

L’attentatore

L’Fbi ha identificato l’autore dell’attentato come il ventenne Thomas Matthew Crooks della Pennsylvania, secondo quanto riferito da diversi media statunitensi. “L’Fbi ha identificato Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park, Pennsylvania, come il soggetto coinvolto nel tentativo di omicidio dell’ex presidente Donald Trump il 13 luglio a Butler, Pennsylvania”, ha affermato l’FBI in una dichiarazione citata, tra gli altri, da NBC e da CBS. Secondo il Washington Post Crooks era un repubblicano: il giornale cita al riguardo i registri degli elettori dello Stato della Pennsylvania.

L’indagine

“Questa sera abbiamo avuto quello che chiamiamo un tentativo di omicidio contro il nostro ex presidente Donald Trump”, ha detto Kevin Rojek, agente speciale responsabile dell’ufficio locale dell’Fbi, dopo che l’agenzia federala ha assunto la guida dell’inchiesta sull’attentato. L’Fbi ha riferito di aver “identificato provvisoriamente” chi ha sparato sul comizio del tycoon, ma non ne ha diffuso l’identità. Rojek ha spiegato che il luogo del comizio “è ancora una scena del crimine attiva”, sottolineando che gli investigatori non hanno ancora concluso gli accertamenti nella zona della sparatoria.

I testimoni

Le forze dell’ordine hanno intanto recuperato l’arma usata per sparare a Trump. Si tratta di un fucile in stile ‘Ar-15’, uno di quelli più usati nelle sparatorie di massa. Secondo la Bbc, testimoni avrebbero cercato “disperatamente” di avvertire la polizia della presenza di un cecchino armato di fucile armato sul tetto istanti prima dell’attacco a Trump. “Si vedeva chiaramente con un fucile in mano”, ha detto un testimone, sostenendo di aver avvertito la polizia che, secondo il suo racconto, “non aveva idea di cosa stesse succedendo”.

Lo staff: “Trump sta bene”

Dopo essere stato raggiunto dall’attentatore, Trump è stato subito circondato dal Secret service e si è rialzato, sanguinante. Una volta in piedi ha alzato il pugno. La folla lo ha salutato con grida di incoraggiamento ma era anche in preda al panico per gli spari. “Mi hanno perforato la parte superiore dell’orecchio, incredibile che accada negli Usa”, ha commentato l’ex presidente Usa sul suo social Truth. “Lottiamo, lottiamo, lottiamo”, ha gridato mentre il Secret Service lo stava portando via dal palco. Il portavoce della sua campagna elettorale, Steven Cheung ha poi informato che il tycoon è stato portato in un ospedale nella stessa zona di Butler, per un controllo ma “sta bene”. “Il presidente Trump ringrazia le forze dell’ordine e i primi soccorritori per la loro rapida azione dopo questo atto atroce”, ha aggiunto.

La Casa Bianca: “No alla violenza”

La Casa Bianca ha reso noto che il presidente Joe Biden ha parlato con Trump dopo l’attentato. Il presidente americano ha sentito anche con il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, e il sindaco di Butler, Bob Dandoy. Biden è tornato immediatamente a Washington dopo quanto accaduto: era nella sua residenza di Rehoboth Beach, nel Delaware. “Io e Jill siamo grati al Secret Service per averlo portato in salvo. Non c’è posto per questo tipo di violenza in America. Dobbiamo unirci come un’unica nazione per condannarla”: così Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo l’attentato a Donald Trump.

Ivanka Trump: “Grazie a tutti”

La figlia del tycoon, Ivanka, ha pubblicato un messaggio su X nel quale ha scritto: “Grazie per il vostro amore e le vostre preghiere per mio padre e per le altre vittime della violenza insensata di oggi a Butler. Sono grata ai Servizi segreti e a tutti gli altri agenti delle forze dell’ordine per le loro azioni rapide e decisive oggi. Continuo a pregare per il nostro Paese. Ti amo papà, oggi e sempre”. “Ho appena parlato al telefono con mio padre ed è di ottimo umore. Non smetterà mai di combattere per salvare l’America, qualunque cosa la sinistra radicale gli lancerà contro”. Così Donald Trump Jr ha parlato dopo aver parlato con suo padre. Lo scrive il Guardian.

Fonte: Ansa