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Spara a due vicesceriffi e fugge: caccia all’uomo a Los Angeles

Spari nella notte nella Conte di Los Angeles, dove due vicesceriffi sono stati feriti gravemente da ripetuti colpi d’arma da fuoco. I due inservienti della Polizia, un uomo e una donna, stavano svolgendo un servizio di pattuglia ma, in quel momento, si trovavano fermi a bordo della propria auto, dove sono stati avvicinati da uno sconosciuto che ha aperto deliberatamente il fuoco su di loro. L’agguato è avvenuto a Compton, a circa 25 chilometri direzione sud da Los Angeles, dove le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’aggressore avvicinarsi all’auto ed esplodere i colpi attraverso il finestrino, prima di darsi alla fuga.

L’aggressione

I due vicesceriffi, come riferito dall’ufficio dello sceriffo, hanno riportato molteplici feriti e versano entrambi in condizioni critiche, specificando che “entrambi lottano per salvare le loro vite”. Il video degli spari è stato condiviso anche dal locale ufficio della Polizia, con lo stesso sceriffo Alex Villanueva a commentare che i due vice “sono stati attaccati vigliaccamente” nell’ambito di una deliberata “imboscata”. L’agguato è stato effettuato alle 19, ora locale, da uno sconosciuto ancora non identificato, mentre i poliziotti si trovavano in pattugliamento davanti alla stazione di Compton della linea metro Blu Line, fra Los Angeles e Long Beach. Secondo quanto riferito dal responsabile delle indagini, il capitano Kent Wegener, sono al lavoro “14 detective della squadra omicidi, oltre ad analisti criminologi, esperti forensi e agenti della task force specializzata in tecnologia”. Anche il presidente americano, Donald Trump, è intervenuto via Twitter sui fatti di Los Angeles, definendo l’aggressore – e chi agisce come lui – “animali che devono essere colpiti duramente”.

Le tensioni di Los Angeles

L’agguato di Compton prosegue la lunga scia di sangue che negli ultimi mesi ha inondato gli Stati Uniti, ancora sconvolti dalle proteste seguite alla morte di George Floyd e al grave ferimento di Jacob Blake. Proprio a Los Angeles, peraltro, un paio di settimane fa si era verificata una nuova uccisione, quella del 29enne Dijon Kizzee, ucciso da due agenti al termine di un inseguimento. Una morte che, come avvenuto a Minneapolis, Portland e Kenosha, aveva portato la cittadinanza a riempire la Imperial Highway, per una protesta antirazzista di sempre maggiori proporzioni. L’ennesimo controverso episodio che ha coinvolto la Polizia americana e che, come i precedenti, ha soffiato sul fuoco delle agitazioni del Black Lives Matter, le cui istanze rappresentano ormai uno dei veri nodi cruciali del rush finale della corsa alla Casa Bianca.

Damiano Mattana

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