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Spagna-Inghilterra, la finale non scritta

Iberici a passo di danza a Euro 2024, inglesi arrivati all’ultimo atto con tanta sofferenza e fortuna

Il calendario dice 11 luglio e il pallone racconta che trattasi di un’altra data storica per il nostro calcio, per 42 anni fa, l’11 luglio del 1982, al Bernabeu di Madrid, l’Italia di Enzo Bearzot si laureava campione del mondo. Ricordi indelebile che non fioriranno mai e che aumentano il distacco da questo europeo che per l’Italia è finito davvero troppo presto, e la presenza di Inghilterra e Olanda nella semifinale di ieri sera a Dortmund, non fa che aumentare dispiacere e rabbia perché gli Azzurri con queste due avversari, inserite anche loro nella parte meno nobile del tabellone, poteva giocarsela alla pari, eccome.

Il percorso della Spagna

Si corre verso la finale di domenica prossima a Berlino dove, dopo la Spagna, qualificata dopo il 2-1 rifilato alla Francia, è arrivata anche l’Inghilterra di Gareth Southgate che ieri sera in rimonta, ha piegato l’Olanda per 2-1. Ancora quattro giorni prima di conoscere il nome del nuovo team campione d’Europa. Spagna e Inghilterra arrivano a questo appuntamento finale con umori contrastanti. Spagna tanto bella quanto vera, l’unica del lotto che si è divertita a giocare al calcio, che illuminato i prati di Germania con un gioco scintillante, che ha sempre vinto e soprattutto non ha mai sofferto. Neppure contro la Francia perché, al netto del 2-1 finale, il dominio spagnolo, è stato netto ed inequivocabile.

Il cammino dell’Inghilterra

L’esatto contrario della Nazionale dei Tre Leoni che, francamente, non era particolarmente accreditata. Un cammino ad andamento lento, cominciato con lo striminzito 1-0 alla Serbia, poi il pari contro la Danimarca (1-1) e un altro pari (0-0) contro la Slovenia nella fase a gironi. Poi agli ottavi è stata davvero ad un passo dall’andare fuori contro la Slovacchia, in vantaggio con Schranz e raggiunta sul pari da Bellingham all’ultimo secondo dei sei di recupero. Rimonta completata al primo del supplementare da Kane, ma quel gol del madridista Bellingham, vale tantissimo senza il quale la finale sarebbe stata un miraggio e la spedizione di Southgate un fiasco. Non meno sofferenza ai quarti dove Saka l’ha salvata dalla sconfitta con la Svizzera ad una manciata di minuti dalla fine e poi la vittoria ai rigori. Poi, la semifinale di ieri dove, forse, si è vista la migliore veste dell’Inghilterra che alla fine, pur con l’aiutino di un rigore concesso benevolmente, la qualificazione è meritata.

Atto finale all’Olympiastadion

E il 14 luglio vedremo chi alzerà il trofeo sul cielo di Berlino, in quell’Olympiastadion che ci ricorda sempre un altro trionfo, quello del 9 luglio 2006, con l’Italia di Marcello Lippi Campione del Mondo contro la Francia. Ma così continuiamo a farci del male. Forse dovremmo guardare ben altro, magari alla Spagna che spedisce in campo un ragazzino di neppure diciassette anni, un altro di diciotto che sono le vere stelle di una Nazionale probabilmente destinata ad aprire un ciclo.

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