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Siria: raid israeliano contro un veicolo di Hezbollah

Continua a crescere la tensione in Medio Oriente. Israele non commenta l'accaduto mentre la Siria fa i conti con la povertà

Neanche il Coronavirus ferma i raid in una delle zone più colpite dalle continue guerre in Medio Oriente. Questa volta lungo la frontiera tra Siria e Libano, precisamente a Jdeidet Yabous, un drone israeliano avrebbe colpito un operativo di Hezbollah, il movimento sciita libanese filo-iraniano, che contrabbandava armi al movimento sciita.

L’accaduto

Il velivolo senza pilota ha colpito una jeep sul lato libanese del confine proveniente dalla Siria nonostante le limitazioni al transito legate all’emergenza Coronavirus. La spiegazione è stata fornita da alcuni account Twitter, secondo i quali il primo missile lanciato non avrebbe colpito il bersaglio, permettendo alle persone a bordo di dileguarsi. Il secondo missile avrebbe invece centrato l’auto come dimostrerebbero alcune immagini del presunto raid che mostrano il veicolo senza targa e distrutto. Israele non ha finora commentato l’episodio, per fortuna, però, sembra che non ci siano vittime.

Il Coronavirus dilaga, l’economia in sofferenza

Sempre in Siria cresce il timore che le misure preventive per il Coronavirus possano aggravare le condizioni economiche già difficili per gran parte della popolazione provata già da nove anni di conflitto. In diverse città dei territori controllati formalmente dal governo, si teme addirittura una “crisi del pane”, mentre in alcuni centri si registra in questi giorni una “crisi della benzina”.

La reazione delle autorità

Ad oggi in Siria si registrano 29 casi positivi di Covid-19 con due decessi, ma le autorità non hanno la capacità di monitorare lo sviluppo dell’epidemia sul territorio nazionale, frammentato dal controllo politico e militare di diversi attori locali e stranieri. In questo quadro e per evitare assembramenti di persone ai centri di distribuzione governativi dei beni di prima necessità, il governo ha allargato al pane la lista degli alimenti inseriti nelle carte annonarie, in uso da decenni nel contesto di sussidi statali del regime socialista siriano. La lista prevede, tra l’altro, farina, grano, zucchero e, per chi possiede un veicolo, benzina. Ad Hama, spiegano le fonti, la distribuzione razionata del carburante e l’interruzione di fatto dei trasporti inter-regionali per il Coronavirus, ha causato da giorni l’assenza di benzina alle stazioni di rifornimento.

I rischi per i più deboli

E a Damasco, come riferisce l’Osservatorio per i diritti umani in Siria, si teme che nei quartieri più popolosi, la distribuzione del pane tramite la carta annonaria non possa soddisfare tutte le famiglie, in particolare quelle che non possono permettersi di accedere al mercato nero, assai diffuso nella Siria in guerra.

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