A Ginevra sono iniziati i colloqui mediati dall’Onu tra governo e opposizioni siriane. Lo riferiscono i media panarabi, riportando lo scetticismo delle parti e dello stesso inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan De Mistura. La delegazione delle opposizioni aveva ieri chiesto di poter avere negoziati diretti, ma non vi sono ancora certezze su come si svolgeranno gli incontri.
Nuovo tentativo
Si tratta del quarto round di colloqui mediati in Svizzera dalle Nazioni Unite. Finora nessun incontro è riuscito ad avvicinare le parti. Tra due settimane si celebrerà il sesto anniversario dello scoppio delle proteste popolari in Siria e della conseguente repressione governativa, eventi che hanno gradualmente spinto il Paese mediorientale verso una guerra civile con dimensioni regionali e internazionali e con effetti catastrofici sul piano umanitario.
La tragedia dei bambini
A tal proposito l’Unicef ha parlato di 10 milioni di bambini che subiscono le conseguenze della guerra. Fra l’altro, si segnala che dall’inizio di quest’anno, almeno 20 bambini sono stati uccisi in attacchi e molti di più feriti; circa 2 milioni di bambini sono ampiamente tagliati fuori dall’assistenza umanitaria urgentemente necessaria. “Questi dati – spiega Geert Cappelaere, direttore regionale dell’Unicef per Nord Africa e Medio Oriente – rappresentano un terribile indicatore secondo cui l’annunciata cessazione delle ostilità, nello scorso dicembre, deve ancora tradursi in reale protezione e nell’assistenza umanitaria per tutti i bambini in Siria. Il costo, non commensurabile, delle vite e delle sofferenze dovrebbe essere motivo di vergogna per il mondo e spingerlo ad intraprendere azioni immediate per trovare soluzioni, a livello politico, alla guerra. Ricordiamo a tutte le parti in conflitto i loro obblighi secondo il diritto internazionale umanitario a proteggere i bambini in ogni momento, ovunque essi siano e non importa sotto quale controllo essi vivano”. In tutto il Paese, prosegue, “i bambini continuano a soffrire per le costanti e diffuse violenze e per la mancanza delle necessità di base necessarie per salvare e supportare le loro vite. Gli assedi devono finire. La rimozione di aiuti salva vita dai convogli è inaccettabile, così come l’utilizzo dell’ acqua come arma di guerra”. Poi l’appello a tutte le parti in conflitto e a tutti coloro che possono avere un’influenza, affinché agiscano “secondo un estremo senso di urgenza per mettere, finalmente, a tacere le armi. Gli oltre 10 milioni di bambini siriani che subiscono direttamente e quotidianamente le conseguenze di questo feroce conflitto vogliono solamente una cosa: che arrivi la pace e che possano riavere indietro la propria infanzia”.
Povertà estrema
All’allarme dell’Unicef si associa quello del Sottosegretario Onu agli aiuti umanitari, Stephen O’ Brien. “Malgrado la riduzione della violenza grazie al cessate il fuoco, la situazione in cui vive la popolazione rimane grave, con i 2/3 in condizioni di povertà estrema“. Per questo, ha detto O’ Brien, gli occhi dei siriani sono puntati sulla ripresa dei colloqui di Ginevra, nella speranza che portino risultati tangibili anche per alleviare le sofferenze dei civili.