C’è un animo contrastante nella casa Italia della pallanuoto. Chi piange e chi ride. Il sorriso è quello stampato sul viso delle azzurre del Setterosa che porta a termine un’impresa semplicemente mostruosa, quella di eliminare ai quarti le favorite americane che andavano a caccia del quinto oro consecutivo. Ma non avevano fatto i conti con la banda di Carletto Silipo, vecchio cuore posillipino, che ha ridotto le americane ai minimi termini. Ed ora la semifinale di domani contro l’Olanda. Si può sognare ancora. E’ maledetta la notte di Fukuoka per il Settebello che contro la Serbia, ringiovanita ma pur sempre volitiva, non sfonda ed è costretto ai tiri dai cinque metri. Anche stavolta fatali, come nelle peggiori tradizioni azzurre.
Setterosa da urlo
I favori erano tutti per le statunitensi che venivano da quattro successi: Kazan 2015 e Budapest 2022, oltre ai due ori olimpici, Rio 2016, Tokyo 2020. Una macchina da guerra a stelle e strisce, pronta a mettere il sigillo sul quinto oro. Mai dire mai, così riemerge dalla storia il mai dimenticato Davide che batte angola Golia, perché per rendere più bello lo sport, servono proprio queste imprese. E’ finita 8-7 per il Setterosa in un match giocato su sottili fili di equilibrio. Parte bene la nazionale di Silipo che replica al doppio vantaggio delle campionesse olimpiche con Bianconi e Giustini, prima di firmare con Marletta il 3-2 del primo quarto. Bianconi raddoppia il vantaggio nel secondo quarto, le americane emergono dall’acqua e la riprendono nonostante una Banchelli superlativa capace di neutralizzare un rigore. Due reti in superiorità con Giustini nel terzo tempo per tenere il match in equilibrio, impossibile da pronosticare alla vigilia. Si decide tutto nell’ultimo quarto, partendo dal 6-6 del precedente. Le azzurre ci credono minando le certezze americane. Due “colombe” di Picozzi e Tabani ci portano sopra, gli Usa accorciano ma la difesa azzurra è blindata. Bianchetti tira giù la saracinesca e l’America non passa. Lo fa l’Italia che piange di gioia. E’ semifinale contro l’Olanda, domani. C’è ancora tempo per sognare
Lacrime Settebello
A piangere è invece il Settebello di Sandro Campagna, beffato ai quarti dalla Serbia ai rigori. Finisce 15-14 dopo che i quattro tempi si erano chiusi sull’11 pari. Ancora una volta fatali i rigori come a Budapest quando la lotteria dai cinque metri costò l’oro, stavolta invece porte chiuse alla semifinale che l’Italia non falliva dal 2017. Un match che sembrava in discesa per gli azzurri contro una Serbia in fase di ristrutturazione, con i campioni olimpici che hanno inserire forze nuove per tornare nuovamente a brillare. Intanto hanno fatto una vittima illustre, appunto l’Italia. Gli azzurri conducono per larghi tratti una gara in costante equilibrio (3-3, 2-2, 4-4 e 2-2 i parziali), ribaltando l’iniziale 2-0 dei serbi. Cannella suona la carica e risveglia l’Italia che la ribalta: con l’uomo in più vanno a segno in appena 65 secondi Cannella, Bruni con una girata dal centro pazzesca e ancora una “colomba” di Cannella. Rasovic, il migliore dei suoi, autore di cinque go, è una spina nel fianco della difesa azzurra: 3-3 dopo la prima frazione ed equilibrio che non schioda nella seconda con botta e risposta tra Di Somma e Rasovic. A metà gara è 5 pari. Le due squadre sbagliano molto con l’uomo in più (8/13 per l’Italia, 7/12 per la Serbia) e la partita non decolla, andando avanti punto su punto. Del Lungo, il nostro portiere, è gigantesco, ma non basta. Quattro reti per parte nella terza frazione ed equilibrio che non si spezza. Tensione altissima nell’ultima frazione con Di Fulvio che firma l’11-10. Nell’ultimo minuto il recchelino Cannella centra la traversa che avrebbe significato fine dei giochi. Li chiude invece la Serbia che in superiorità numerica trova con Ubovic a 48 secondi dalla fine. Si va ai rigori: errore iniziale di Di Somma, poi Del Lungo salva su Misovic. All’ultimo tiro, errore decisivo di Damonte: esulta la Serbia, l’Italia è fuori dalle semifinali e vede svanire anche il pass olimpico per Parigi. Passo indietro per il Settebello che scende dal podio dopo l’argento di Budapest e l’oro di Gwangju. Adesso c’è solo da dimenticare in fretta la delusione, e ripartire.