Finisce 0-0 la partitissima di San Siro che permette all’Inter di allungare a +4 sulla coppia Milan-Napoli, con gli Azzurri che agganciano il secondo posto dopo il successo sulla Salernitana. Milan e Juve si gioca sotto il segno dell’equilibrio con poche occasioni che alla fine non potevano che partorire lo zero a zero di partenza.
Nel Milan c’è Ibra, Allegri sceglie Dybala e Morata
Una partita da giocare a specchio. Così Pioli e Allegri scelgono entrambi il 4-2-3-1. Nel Milan c’è Ibrahimovic prima punta, nel tridente alle sue spalle preferito Messias, mentre nella Juve Morata, con Cuadrado, Dybala e McKennie alle spalle. Rossoneri con Maignan tra i pali, Calabria, Kalulu, Romagnoli e Theo Hernandez dietro. Tonali e Krunic intermedi, Messias, Brahim Diaz e Leao alle spalle di Ibra. Nella Juve Szczesny tra i pali, difesa con l’ex De Sciglio, Rugani, Chiellini e Alex Sandro. Bentancur e Locatelli a protezione della difesa, Cuadrado, McKennie e Paulo Dybala a sostegno di Alvaro Morata. Arbitra Di Bello dopo il forfait di Orsato.
Fuori Ibrahimovic
Avvio in totale equilibrio, anche se i bianconeri provano subito a forzare il ritmo, con l’attivissimo Cuadrado alla prima seria conclusione. Dicevamo, equilibrio, così il Milan risponde con un guizzo di Leao, Szczesny c’è. D’improvviso si ferma Ibrahimovic quando non siamo arrivati neppure alla mezz’ora. Dentro Giroud che nei piani di Pioli sarebbe tornato utile in corso d’opera. Milan e Juve giocano a viso aperto, con il Milan che nel giro di pochi secondi crea tre occasioni consecutive tutte murate dalla retroguardia bianconera. Prima la punizione di Giroud, poi Hernandez e Tonali, ma non ci sono spazi. Partita tattica, rognosa sul piano agonistico, senza guizzi particolari, giocata in totale equilibrio.
Milan e Juve vogliono vincerla, ma non si scoprono. L’equilibrio continua a farlo da padrone con la Juve che nel finale prova a prendere campo. Pioli e Allegri cambiano gli interpreti, ma non la sbloccano. Dentro Bennacer, Rebic, Florenzi e Saelemaekers nel Milan, Arthur, Kean e Bernardeschi nella Juve, ma le difese sono chiuse e attente, difficile trovare spazi
Napoli e Roma calano il poker
Vincere e convincere, il messaggio lanciato da Napoli e Roma. Gli Azzurri vincono 4-1 il derby con la falcidiata Salernitana (doppietta Mertens, Rrahmani e Insigne che festeggia la rete numero 115 che gli consente di raggiungere Diego Armando Maradona). Napoli che sala al secondo posto agganciando il Milan, a meno quattro dalla capolista Inter). La Roma a Empoli è un ciclone. Gioca un primo tempo sontuoso, ma soprattutto tredici minuti di grande qualità che bastano e avanzano per mettere il punto esclamativo sul match: 4-0 all’intervallo con doppietta di Abraham e personali per Sergio Oliveira (secondo gol consecutivo per il portoghese) e Zaniolo. La Roma molla nella ripresa e permette all’orgoglioso Empoli di rifarsi sotto con i gol di Pinamonti e Bajrami che fissano il punteggio sul 4-2 che permette ai giallorossi di andare alla sosta staccando Fiorentina e Lazio, prendendosi in solitaria il sesto posto alle spalle della Juventus.
Giornata favorevole allo Spezia che in chiave salvezza trova tre punti d’oro facendo suo il derby ligure con la Sampdoria. Decide il gol di Verde. Spezia che sale a quota 14, a +8 sul Cagliari terz’ultimo, mentre la Samp deve cominciare a guardarsi seriamente alle spalle visto che vanta solo tre punti sulla zona retrocessione. Sfortunato il Cagliari che alla Domus fa 1-1 con la Fiorentina: Joao Pedro illude i sardi, Sottil fissa il punteggio sull’1-1. In mezzo, due rigori sbagliati, da Biraghi e Joao Pedro. Mastica amaro il Torino che domina il Sassuolo, va in vantaggio con Sanabria, centra tre pali per poi incassare l’1-1 al tramonto del match. Una bella per gli isolani. E adesso la sosta, per ricaricare le pile e per alcuni per recuperare calciatori. Si torna in campo nel week end del sei febbraio con la partitissima di San Siro tra Inter e Milan che potrebbe chiudere o riaprire, i giochi scudetto.