“Il coronavirus può manifestarsi con segni sulla pelle. Allo stato attuale non si evidenzia, però, un tipo di manifestazioni cutanee che si possa considerare come specifico dell’infezione Covid-19“, afferma a Dire Fabrizio Fantini, primario del reparto di dermatologia dell’ospedale di Lecco e membro dell’Adoi (Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani). E’ appena stata ultimata una ricerca sul rapporto tra dermatologia e Covid-19 condotta su oltre 300 pazienti dagli specialisti di Lecco durante i mesi di emergenza epidemica. Lo studio è stato presentato in occasione del primo Congresso nazionale online dell’Aida (Associazione italiana dermatologi ambulatoriali).
Infezione
In generale, segni cutanei possono “accompagnare la sintomatologia generale o presentarsi come unica manifestazione dell’infezione da
Coronavirus, possono essere precoci nel corso dell’infezione o
insorgere tardivamente, possono essere transitori (della durata
di 2-3 giorni) o avere un decorso prolungato, della durata di
settimane”, precisa il professor Fantini. I sintomi legati alle manifestazioni cutanee, sempre secondo i dermatologi di Lecco, sono “rari e lievi: è possibile una sensazione di prurito, o dolore/bruciore nelle manifestazioni più persistenti”. I segni cutanei sono poi “molto variabili, potendo essere diffusi ed evidenti oppure minimi e localizzati a singole aree del corpo: le manifestazioni cutanee diffuse possono essere simili a quelle che accompagnano altre infezioni virali: rash maculari (simili a quelli degli esantemi infantili), orticaria, eruzioni vescicolari (simili alla varicella), e infine manifestazioni a tipo ecchimosi e porpora dovute a stravaso di
sangue nella pelle per coinvolgimento e rottura dei piccoli vasi sanguigni superficiali. Queste ultime manifestazioni sono di solito legate ad una maggiore gravità della malattia“. Manifestazioni cutanee molto particolari sono le lesioni a tipo “gelone”, che assomigliano cioè ai classici geloni da freddo che si vedono in periodo invernale e che colpiscono di preferenza le estremità (dita, mani, piedi).
Coronavirus, possono essere precoci nel corso dell’infezione o
insorgere tardivamente, possono essere transitori (della durata
di 2-3 giorni) o avere un decorso prolungato, della durata di
settimane”, precisa il professor Fantini. I sintomi legati alle manifestazioni cutanee, sempre secondo i dermatologi di Lecco, sono “rari e lievi: è possibile una sensazione di prurito, o dolore/bruciore nelle manifestazioni più persistenti”. I segni cutanei sono poi “molto variabili, potendo essere diffusi ed evidenti oppure minimi e localizzati a singole aree del corpo: le manifestazioni cutanee diffuse possono essere simili a quelle che accompagnano altre infezioni virali: rash maculari (simili a quelli degli esantemi infantili), orticaria, eruzioni vescicolari (simili alla varicella), e infine manifestazioni a tipo ecchimosi e porpora dovute a stravaso di
sangue nella pelle per coinvolgimento e rottura dei piccoli vasi sanguigni superficiali. Queste ultime manifestazioni sono di solito legate ad una maggiore gravità della malattia“. Manifestazioni cutanee molto particolari sono le lesioni a tipo “gelone”, che assomigliano cioè ai classici geloni da freddo che si vedono in periodo invernale e che colpiscono di preferenza le estremità (dita, mani, piedi).
Erosioni
“Sono chiazze rosse, edematose, con possibili erosioni o bolle
superficiali accompagnate da una sensazione di prurito e bruciore. – precisa Fantini a Dire-. Questo tipo di lesioni sono state descritte da noi in coincidenza con l’espandersi della pandemia e confermate da numerose segnalazioni in altre parti del mondo, tanto che negli Usa si è coniato il termine di ‘Covid toe’, cioè ‘dito da Covid”. E, sottolinea Fantini,”sorprendentemente, in questi casi, solo
raramente è possibile ottenere una conferma di laboratorio dell’avvenuta infezione da Coronavirus, sia attraverso una ricerca diretta del virus (tampone), sia attraverso il dosaggio degli anticorpi specifici (sierologia)”. Questo dato, è “comune a tutte le segnalazioni apparse nella letteratura scientifica, potrebbe trattarsi di quadri clinici con bassa carica virale, insufficiente a far sviluppare al paziente una risposta immunitaria protettiva”. In alcuni “casi sintomi generali lievi e transitori (febbre, tosse) hanno preceduto le lesioni cutanee di alcune settimane”. E questo “porta a ritenere che
i segni cutanei possano essere manifestazioni tardive di
infezione da coronavirus”, conclude Fantini.
superficiali accompagnate da una sensazione di prurito e bruciore. – precisa Fantini a Dire-. Questo tipo di lesioni sono state descritte da noi in coincidenza con l’espandersi della pandemia e confermate da numerose segnalazioni in altre parti del mondo, tanto che negli Usa si è coniato il termine di ‘Covid toe’, cioè ‘dito da Covid”. E, sottolinea Fantini,”sorprendentemente, in questi casi, solo
raramente è possibile ottenere una conferma di laboratorio dell’avvenuta infezione da Coronavirus, sia attraverso una ricerca diretta del virus (tampone), sia attraverso il dosaggio degli anticorpi specifici (sierologia)”. Questo dato, è “comune a tutte le segnalazioni apparse nella letteratura scientifica, potrebbe trattarsi di quadri clinici con bassa carica virale, insufficiente a far sviluppare al paziente una risposta immunitaria protettiva”. In alcuni “casi sintomi generali lievi e transitori (febbre, tosse) hanno preceduto le lesioni cutanee di alcune settimane”. E questo “porta a ritenere che
i segni cutanei possano essere manifestazioni tardive di
infezione da coronavirus”, conclude Fantini.