“Fino ieri non c’era un euro stanziato per le scuole paritarie ora registriamo un passo importante anche se non sufficiente”, così suor Anna Monia Alfieri commenta ad Interris.it i provvedimenti della bozza finale del DL Rilancio, che stanziano 65 milioni di euro per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia paritarie (comunali comprese) e 70 milioni di euro per le scuole paritarie primarie e secondarie.
La religiosa delle Marcelline, referente scuola dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e per l’occasione parla anche per CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) ee membro della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI, accoglie con soddisfazione il provvedimento del governo ma guarda già al dibattito parlamentare dei prossimi giorni in cui saranno votati diversi emendamenti di maggioranza e opposizione, da cui dipende la sopravvivenza di almeno un terzo delle scuole paritarie italiane.
Di “piccolo passo del quale va sottolineata l’inadeguatezza, anche se la direzione può essere considerata in prospettiva opportuna” parla anche una nota congiunta firmata dalla Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie (Fidae); dall’Associazione genitori scuole cattoliche (AGeSC); Fondazione GESUITI EDUCAZIONE ed altre sigle del mondo della scuola paritaria.
“Con forza chiediamo – si legge ancora nel comunicato – che responsabilmente il Parlamento colmi la vistosa disparità delle risorse e definisca un effettivo sostegno a famiglie e scuole”. Per avere un’idea delle risorse messe in capo per le paritarie, che garantiscono l’istruzione a 900mila alunni e un risparmio di oltre 6 miliardi allo Stato, basta pensare che alle scuole statali sono stati destinati 1,5 miliardi di euro per far fronte all’emergenza della pandemia.
“I 65 milioni di euro per le scuole dell’infanzia corrispondono a circa 150 euro ad alunno e i 70 milioni per le primarie e le secondarie equivalgono a 200 euro per studente”, spiega suor Monia, evidenziando sproporzione delle risorse stanziate. E non si tratta di una richiesta di elemosina per gli istituti paritari ma di un sostegno indispensabile per evitare che collassi tutti il sistema dell’Istruzione italiano pubblico che si basa anche sul servizio di sussidiarietà delle paritarie. Insomma se si spezza il ramo delle paritarie viene giù tutto l’albero della scuola.
Secondo suor Monia questo lo sanno bene tantissimi parlamentari ed esponenti del governo che mandano i figli alle paritarie: “Il costo standard per studente stimato dal Ministero è di 6600 euro annui per alunno e le rette del 90% delle scuole paritarie sono al di sotto di questa cifra. L’istituto Bruno Leoni ha calcolato un risparmio di 2,4 miliardi di euro per lo Stato derivante dal fatto che quasi un milione di studenti frequentano le paritarie”.
“Queste scuole si sono indebitate per tenere basse le rette e per garantire gli stipendi agli insegnati”, spiega ancora Suor Monia, “se non arriveranno aiuti adeguati circa un terzo degli istituti paritari chiuderà i battenti entro settembre e circa 300mila alunni si riverseranno nelle scuole statali, i parlamentari di tutti gli schieramenti sanno bene che in queste condizioni la scuola non riparte”. Si prospetta quindi una situazione esplosiva, visto che le 40mila sedi scolastiche statali avranno molta difficoltà a garantire le norme di distanziamento per circa 7 milioni di studenti che già frequentano le statali, a cui potrebbero aggiungersi i “fuoriusciti” delle paritarie.
Serve un miliardo di euro per garantire la didattica al mondo delle paritarie ed aiutare le famiglie che con la crisi economica non riescono più a pagare le rette. Le associazioni che rappresentano le paritarie e i genitori degli alunni hanno avanzato una serie di proposte che nel complesso permetterebbero di elargire quella cifra: l’incremento del fondo straordinario di 65 milioni destinati a coprire i costi fissi della forzata chiusura – tuttora in corso – dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia paritarie; la detraibilità integrale delle rette corrisposte dalle famiglie (o il corrispondente credito di imposta) e risorse economiche adeguate per garantire la ripresa in sicurezza dell’attività nel prossimo anno scolastico.
La partita è dunque ancora aperta e vede impegnate anche le famiglie degli studenti. “Ringrazio tutti gli alunni e le loro famiglie che in questi giorni hanno animato la maratona sul web ‘Noi siamo invisibili per questo governo’, una piazza virtuale che ha visto la partecipazione di oltre 40mila utenti, come testimoniano i numeri registrati dal sito dell’Usmi”, ricorda Suor Monia esprimendo gratitudine anche al Family Day per sostegno profuso nei giorni scorsi e alla Conferenza Episcopale Italiana lo stanziamento di 20mila borse di studio. Ora i riflettori restano puntati sul Senato dove è in gioco il futuro del pluralismo e della liberà educativa nel nostro Paese.