Notte di fuoco a Kenosha, nel Wisconsin, dove sono infuriate le proteste per il ferimento da parte della Polizia del cittadino afroamericano Jacob Blake. Secondo quanto riferito dal New York Times, durante gli scontri almeno una persona sarebbe rimasta uccisa, mentre altre due avrebbero riportato ferite. Lo stesso sceriffo della contea, David Beth, ha fatto sapere che “tre persone sono state colpite da proiettili, una di queste è morta”. Il tutto si sarebbe consumato nell’ambito di una sparatoria che ha visto coinvolto un gruppo di persone durante la terza notte di proteste per la vicenda Blake. Il 29enne afroamericano era stato colpito più volte alla schiena e i proiettili gli avrebbero provocato una paralisi, non ancora chiaro se permanente.
Il ferimento di Blake e la furia in Wisconsin
Una vicenda che ha nuovamente sollevato la rabbia popolare contro le Forze dell’ordine e contro il razzismo nei confronti della comunità afroamericana. Stando ai filmati circolati, la Polizia avrebbe esploso almeno sette colpi contro Blake, girato di spalle, mentre sembrava nell’atto di salire su un’auto. L’uomo, già noto per alcuni precedenti penali, è stato immediatamente ricoverato, avendo riportato gravi lesioni alle vertebre. La sparatoria, come accaduto nel caso della morte di George Floyd, ha scatenato la furia della cittadinanza, che ha da subito invaso le strade e ingaggiato scontri con le Forze dell’ordine. Blake, contrariamente a quanto accaduto a Floyd, sembra che riuscirà a sopravvivere ma, probabilmente, senza l’uso delle gambe.
La rabbia dei familiari
Sul ferimento di Jacob Blake, secondo i parenti intervenuto a sedare una lite familiare, si è espressa via social la sorella Letetra. La donna ha manifestato il punto di vista della famiglia, in un video diffuso online e diventato virale: “Non ho versato una lacrima. Ho smesso di piangere tanto tempo fa. Sono anni che vedo uccidere la mia gente dalla polizia. La gente mi dice di essere dispiaciuta. Beh, non lo siate. Perché quello che è successo, succede alla mia famiglia da lungo tempo. Tutti quelli uccisi dalla polizia sono la mia famiglia. Non sono triste, non sono dispiaciuta. Sono arrabbiata.”