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Scontri, feriti, arresti: l’altra faccia del 1 Maggio

Giornata di celebrazioni e cortei in tutta Europa e non solo in occasione del 1 Maggio ma anche di scontri e disordini. La festa dei lavoratori è stata celebrata in gran parte delle capitali del Vecchio continente ma in molte città è stata occasione di tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine. A cominciare da Parigi, dove tra quattro giorni si voterà per il ballottaggio delle elezioni presidenziali: durante la manifestazione dei sindacati cui hanno partecipato decine di migliaia di persone (142 mila in tutto il paese secondo il ministero dell’Interno, 280 mila per gli organizzatori) un centinaio di persone incappucciate e con il volto coperto, si sono staccate dal corteo principale e hanno ingaggiato uno scontro con le forze dell’ordine. Gli antagonisti, nei pressi di piazza della Bastiglia, hanno iniziato a lanciare oggetti, sassi e bottiglie molotov contro gli agenti in tenuta antisommossa che facevano scudo al resto del corteo e hanno fatto esplodere petardi e bombe carta. La polizia ha risposto lanciando lacrimogeni. La guerriglia urbana è durata circa un’ora. Scontri tra polizia e antagonisti anche nei pressi di place de la Nation. Il bilancio è di quattro agenti feriti, uno dei quali in gravi condizioni per ustioni al volto e un altro per ferite a una mano.

Raffica di arresti a Istanbul

Tensioni anche a Istanbul, dove quasi 200 persone sono state arrestate dalla polizia per aver tentato di manifestare nella centralissima piazza Taksim della città sul Bosforo. Manifestanti e rappresentanti dei sindacati hanno tentato di forzare il blocco che la polizia ha disposto intorno alla piazza, dopo che il prefetto di Istanbul aveva vietato qualsiasi tipo di manifestazione in occasione della festa dei lavoratori. Due persone sono state arrestate per aver tentato di aprire uno striscione nell’area interdetta, altre due donne sono state fermate per aver tentato di scavalcare le transenne che cingono la piazza, un corteo di 30 persone è stato fermato da un cordone di polizia mentre marciava dal quartiere di Besiktas verso Taksim. Alcuni scontri si sono verificati in diverse arterie che conducono alla piazza: circa 300 dimostranti in corteo sono stati fermati con i proiettili di vernice sparati dalla polizia, diversi i fermati una volta che il corteo e’ stato disperso. Stessa sorte per un diverso e più piccolo corteo, che ha rifiutato di abbassare gli striscioni preparati in occasione della festa dei lavoratori. Imponenti le misure di sicurezza poste in essere dalla prefettura della metropoli sul Bosforo: 30 mila agenti in servizio, chiuse quattro stazioni della metropolitana, le più vicine alla piazza, cosi come le due linee di funicolare che portano nel cuore della città. Le più importanti sigle sindacali turche hanno dirottato nel quartiere periferico di Bakirkoy le celebrazioni e le proteste, che riguardano sopratutto l’alta percentuale di disoccupati in Turchia, pari a circa il 13%. Una scelta fatta dopo che le manifestazioni a Taksim sono state vietate. Piazza Taksim ha infatti assunto un significato simbolico dopo che, nel 1977, 34 persone caddero sotto i colpi di mitragliatrice sparati sulla folla dal terrazzo dell’Hotel Marmara. Una tragedia che ha fatto del primo maggio in Turchia un giorno di scontri, ripetutisi a cadenza annuale e spesso sfociati in episodi di violenza e un alto numero di fermi e arresti tra i manifestanti.

Disordini in Russia

Arresti e disordini anche in Russia: a San Pietroburgo 18 persone della comunità Lgbt sono state fermate mentre stavano protestando contro la persecuzione nei confronti degli omosessuali in Cecenia. I manifestanti si sono sdraiati per terra, con il viso macchiato di vernice rossa sul volto e le bandiere arcobaleno per protestare contro il trattamento subito dagli omosessuali nella Repubblica caucasica. Trattamento che ha sollevato una ondata di indignazione in tutto il mondo. “Diverse persone che hanno provocato disturbo all’ordine pubblico sono state detenute”, ha fatto sapere una fonte di polizia.

Nuova protesta contro Maduro

Violenze e scontri anche in Venezuela dove le forze di sicurezza hanno fatto ricorso all’uso massiccio di lacrimogeni contro 300 manifestanti che, in occasione della festa del Primo Maggio, hanno sfilato per le strade di Caracas tentando di arrivare, oltre i blocchi della polizia, all’ufficio delle commissione elettorale nazionale ed alla sede della Corte Suprema. Ad un mese esatto dall’inizio delle violenze che stanno sconvolgendo il paese sudamericano, le opposizioni sono tornate a chiedere a gran voce che si celebrino libere elezioni che segnino la fine del sistema politico rappresentato dal presidente Nicolas Maduro. Uno dei leader della protesta, Freddy Guevara, ha chiesto ai cittadini di “non abbassare la guardia perché la scommessa del regime si basa sull’idea che ad un certo punto la stanchezza avrà il sopravvento”. Dimostrazioni a favore di Maduro si sono contemporaneamente verificate nel centro di Caracas, su Piazza Bolivar. Il ministro degli esteri, Delcy Rodriguez, ha accusato otto governi della regione di “fomentare un colpo di stato”. Si tratta di Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Peru’, Paraguay, Uruguay e Brasile.

Incidenti a Torino

Scontri anche a Torino dove alcuni aderenti ai centri sociali hanno tentato di raggiungere l’accesso a pazza San Carlo dove era previsto il comizio dei sindacati. Tre le persone fermate. La Digos ha sequestrato bastoni, mazze di legno, ombrelli e un sanpietrino, trovati in possesso del gruppo di antagonisti.

 

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