Primo piano

Scomparsi, uccisi, separati: la tragedia dei bambini di Gaza

Uno scenario inquietante quello descritto dall’Agenzia Onu per i Rifugiati palestinesi (Unrwa). Uno di quegli scenari che si riferiscono direttamente ai contesti di guerra, nei quali lo scotto maggiore (spesso nel silenzio) viene pagato dalla popolazione civile. E quello di Gaza non fa eccezione visto che, secondo i numeri riferiti dall’Unrwa, in media 10 bambini al giorno subiscono le conseguenze della guerra. Non in senso figurato, né sul piano prettamente sociale: dieci minori, giornalmente, restano vittime di mutilazioni, soprattutto agli arti inferiori. A rivelarlo, citando dati dell’Unicef, è il direttore Philippe Lazzarini, il quale ha parlato chiaramente di “perdita di una o due gambe” a causa dei bombardamenti su obiettivi civili. Numeri che, peraltro, non includono i minori che, invece, le mutilazioni le hanno subite agli arti superiori.

Bambini dispersi o separati

Ma non è tutto qui. La situazione a Gaza, per quel che riguarda i bambini, ha assunto da tempo contorni di drammaticità. Stando ai numeri forniti da Save the Children, ad esempio, dal mese di ottobre risultano dispersi o uccisi migliaia di minori (almeno 14 mila secondo il Ministero della Sanità di Gaza). Altri 33, tra bambine e bambini, quelli israeliani. Non è nemmeno del tutto chiaro se ve ne siano tra gli ostaggi ancora prigionieri di Hamas. Il dramma, tuttavia, si estende anche alla sfera familiare. Solo nel corso delle operazioni di sfollamento da Rafah, infatti, numerosi bambini sarebbero stati separati dai genitori, i quali andrebbero quindi ad allungare il conteggio di quelli dispersi o scomparsi dall’inizio del conflitto (21 mila in totale, tra i quali 17 mila tra non accompagnati o separati).

L’appello

Save the Children ha rinnovato il suo appello affinché una tregua nelle ostilità possa essere raggiunta quanto prima, anche al fine di consentire alle famiglie dei bambini dispersi di rintracciare i propri figli o, nei casi peggiori, di recuperarne i corpi. Senza dimenticare come un bambino solo sia di per sé estremamente vulnerabile. In contesti ordinari, figurarsi in scenari di guerra e disperazione.

redazione

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