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Sardegna: il granchio blu provoca danni alla pesca e alle attrezzature

Negli ultimi due anni la specie si è diffusa in modo esponenziale e capillare nelle aree costiere

Il granchio blu si sta diffondendo anche in Sardegna e gli assessori regionali competenti e le associazioni della pesca chiedono al ministro Lollobrigida di intervenire

La Sardegna chiede aiuto al ministro

Servono strumenti finanziari dedicati per fronteggiare lo stato di calamità causato dalla massiccia diffusione del granchio blu nelle lagune italiane. Li hanno sollecitati gli assessori regionali competenti e le associazioni della pesca in un incontro, in videoconferenza, col ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida, come riferisce l’assessora all’Agricoltura e Pesca della Sardegna, Valeria Satta.

In Sardegna il granchio blu si sta diffondendo soprattutto nella costa orientale, tra San Teodoro e Orosei. Nelle lagune oristanesi e del Sulcis e ora, stanno dilagando anche nelle lagune del cagliaritano, attaccando specialmente gli allevamenti di ostriche e cozze.

Il granchio blu distrugge le reti

I danni che i pescatori stanno rilevando maggiormente sono quelli alle attrezzature. Questa specie distrugge infatti le reti e le nasse di piccole dimensioni. “Crediamo fortemente di essere una delle regioni maggiormente toccate da questo problema che sta davvero danneggiando i nostri pescatori”, ha sostenuto Satta. “Va bene il tavolo tecnico ma chiedo anche la presenza politica in quanto poi i pescatori, che chiedono risposte, li vediamo noi assessori tutti i giorni. Dobbiamo dare spiegazioni agli operatori del mare. Abbiamo 27 compendi ittici distribuiti in tutte le coste della Sardegna. Per fortuna ancora oggi dal punto di vista economico c’è un prezzo interessante offerto ai nostri pescatori ma questo tenderà a scendere velocemente finita l’estate.

Satta: “Danni economici legati al calo delle produzioni da pesca”

Il problema è l’autorizzazione all’utilizzo di attrezzi idonei alla cattura di questa specie e lo smaltimento degli esemplari non ritenuti utili alla vendita”. “Il settore della piccola pesca costiera, con particolare riferimento alle Cooperative e ai Consorzi titolari di concessione demaniale marittima a fini di pesca nelle aree lagunari della Sardegna, sta subendo a causa della presenza massiccia di esemplari di granchio blu, notevoli danni economici legati al calo delle produzioni da pesca, nonché di quelle della molluschicoltura e al danneggiamento delle attrezzature di pesca”, ha osservato Satta.

Specie aliena e invasiva

“Questa specie aliena invasiva, originaria delle coste Atlantiche dell’America, è stata segnalata per la prima volta in Sardegna nel 2017 (a S’Ena Arrubia area lagunare dell’oristanese) dai ricercatori dell’agenzia regionale Agris che stanno continuando a fare sopralluoghi e monitoraggi scientifici in numerose aree lagunari, a seguito delle segnalazioni ricevute dai pescatori, per valutare la diffusione della specie e fornire un primo supporto tecnico-scientifico agli operatori della pesca”.

“Alla luce delle prime indagini emerge una situazione allarmante”, ha aggiunto l’assessora. “Negli ultimi due anni la specie si è diffusa in modo esponenziale e capillare nelle aree costiere, colonizzando in maniera elettiva quasi tutti gli ambienti lagunari gestiti da Consorzi e non”. Il ministro Lollobrigida – riferisce la Regione Sardegna – ha prospettato un uso in termini commerciali del granchio blu, dalla mangimistica al consumo umano.

Fonte: Agi

 

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