Il messaggio di San Domenico è attualissimo, perché l’umiltà è la base per la carità, perché con la superbia non c’è carità. Non è una povertà subita, ma una volontarietà. Una vita sobria non opulenta che porta a una sazietà che stordisce, ma una condivisione delle risorse. San Domenico ci lascia una sintesi della vita spirituale per tutta la famiglia domenicana, ma anche per tutti gli uomini e donne credenti del nostro tempo.
Ne abbiamo parlato con fr. Antonio Cocolicchio, Priore Provinciale dei Frati Domenicani – Provincia Romana di Santa Caterina da Siena, presente nell’Italia centrale in queste regioni: Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Sardegna.
Il programma dei domenicani è “la carità della verità”, e la loro vita si basa sul giusto equilibrio tra contemplazione e azione, riproponendo nella comunione fraterna, nella preghiera, nello studio e nella predicazione, il modello di vita degli Apostoli, sull’esempio di San Domenico. La carità della verità, sembra intendere Domenico, è un modo tutto particolare di amare Dio, gli uomini e il mondo, ma essa ha bisogno per essere testimoniata di uomini preparati e capaci. A questo i frati domenicani sono chiamati e su questo essi devono costruire la loro vita
Domenicani e Francescani: lo scambio dei fondatori
Nella solennità di San Domenico è diventata tradizione lo scambio dei fondatori: i francescani presiedono l’eucaristia con i domenicani e condividono la mensa insieme. E la stessa cosa avviene per la Festa di San Francesco. E’ un segno di amicizia e di solidarietà dei due fondatori, che sono nati nello stesso periodo e hanno aiutato la Chiesa in un momento di difficoltà.
Le sfide comunicative
La predicazione a livello digitale è molto sviluppata: può essere definita il nuovo aeropago dove oggi si può pescare ed evangelizzare. Un incontro per trasmettere la Parola. «Noi siamo solo voce – riflette fr. Antonio – la Parola è Gesù Cristo. Noi prestiamo la nostra voce come tratto di un cammino per annunciare a tutto il mondo Gesù con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Senza dimenticare la vita di contemplazione e il rapporto reale con le persone».
Verso il Giubileo del 2025
Per il Giubileo del 2025 abbiamo due luoghi a Roma strategici per i pellegrini: La Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, che si trova a due passi dal Pantheon e da Fontana di Trevi, e la Chiesa di Santa Maria del Rosario in Prati, all’uscita della metro Ottaviano e a pochi minuti dalla Basilica di San Pietro in Vaticano.
La Basilica di S. Maria della Minerva sarà fondamentale per il Giubileo degli Artisti e il Giubileo delle Sante Patrone d’Europa, per la presenza del Beato Angelico e di S. Caterina da Siena