Le motivazioni della sentenza sul caso Gregoretti

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“La formula il fatto non sussiste è stata adottata perché l’imputato ha agito non contra ius, bensì in aderenza alle previsioni normative primarie e secondarie dettate nel caso di specie”, così ha scritto nelle motivazioni della sentenza di non luogo a procedere  nei confronti di Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti il gup del tribunale di Catania Nunzio Sarpietro. “Allo stesso non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile”, è scritto nelle motivazioni.

Il segretario federale della Lega era imputato per sequestro di persona. All’epoca dei fatti, quando nel luglio 2019 ci fu un ritardo nell’autorizzazione allo sbarco di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana nel porto di Augusta, in provincia di Siracusa, Salvini era ministro dell’Interno.

“Grande soddisfazione”

In un post su Facebook il leader della Lega saluta così le motivazioni della sentenza: “Dopo tanti insulti, invenzioni, intercettazioni ‘alla Palamara’ e attacchi politici di ogni genere, vedere riconosciuta, nero su bianco, la correttezza del mio operato alla guida del Viminale è fonte di grande soddisfazione“. Poi aggiunge: “Purtroppo a settembre, per un caso analogo (riguardante la Ong spagnola Open Arms), sarò a processo a Palermo accusato di ‘sequestro di persona’, fino a 15 anni di carcere la pena prevista”.

Il suo avvocato

“Non ci sono margini di dubbio sull’operato di Matteo Salvini”, ha detto il suo legale Giulia Bongiorno. “Le motivazioni della sentenza di Catania sono nitide nell’affermare la piena legittimità e l’assoluta correttezza dell’agire dell’allora ministro dell’Interno”, ha detto ancora l’avvocato “nel caso dello sbarco dei migranti della nave Gregoretti e, più in generale, nella politica in materia di immigrazione, portata avanti per tutelare l’ordine pubblico nazionale, nel pieno rispetto della normativa interna e internazionale”. “Gli argomenti della sentenza avranno inevitabilmente ricadute sul procedimento sul caso Open Arms pendente a Palermo”:

Lorenzo Cipolla: