Proteste e scontri con la polizia nella regione russa del Daghestan dove i manifestanti sono scesi in piazza contro la mobilitazione parziale annunciata mercoledì da Vladimir Putin. Lo riferisce la Bbc.
Il Daghestan è una repubblica della Federazione Russa. Per area e per popolazione è la più grande del Caucaso settentrionale, con una superficie di 50270 km² e poco più di 3 milioni di abitanti (ripartiti fra i gruppi avari, darghino-lak e samuro, i turchi azeri, i Nogai, i raggruppamenti iranofoni essenzialmente rappresentati dai tati, e gli ebrei delle montagne).
Decine di video pubblicati sui social mostrano manifestanti che affrontano la polizia e altri funzionari della sicurezza nella capitale regionale Makhachkala. L’osservatore russo indipendente dei diritti umani Ovd-Info ha riferito che gli agenti hanno fatto ricorso all’uso di pistole stordenti e manganelli sulla folla. Oltre 100 persone sono state arrestate.
Uomo convocato per la leva spara al comandante
Un cittadino russo ha sparato al comandante militare locale ferendolo gravemente. E’ accaduto nel centro di reclutamento della città siberiana di Ust-Ilimsk, dopo che l’uomo aveva detto che si sarebbe rifiutato di combattere nella guerra in Ucraina. “Il commissario militare Alexander Yeliseyev è in terapia intensiva, in condizioni molto gravi. L’uomo che ha sparato è stato arrestato”, ha dichiarato il governatore della regione di Irkutsk, Igor Kobzev.