Ai tempi del primo test, Vladimir Putin parlò di “un grande evento”. A leggerla con mente lucida, si tratta di un ennesimo passo affinché la guerra in Ucraina diventi un buco nero per la civiltà contemporanea. Le forze armate russe hanno infatti annunciato di aver effettuato con successo un nuovo test missilistico nel Mare di Barents. A essere messo alla prova, il missile da crociera ipersonico Zircon. Una testata in grado, secondo Mosca, di percorre migliaia di chilometri in pochi minuti, senza possibilità di essere intercettato dai sistemi di difesa. Un’avvisaglia nemmeno troppo velata all’Occidente ancor più che all’Ucraina. Il missile è stato lanciato dalla fregata Ammiraglio Gorchkov, dal Mar di Barents in direzione del Mar Bianco. Distanza: circa mille chilometri.
La potenza dello Zircon
Un ulteriore rafforzamento del piano missilistico di Mosca, in un momento in cui la guerra in Ucraina vede intensificarsi i combattimenti e allontanarsi le possibilità di una risoluzione diplomatica. Il primo test dello Zircon era stato effettuato a ottobre 2020. In quell’occasione, Putin parlò di testate invincibili, proprio per la difficoltà di intercettarli in aria. La loro velocità sarebbe addirittura 10 volte superiore a quella del suono e anche la loro efficacia sarebbe devastante. Missili come lo Zircon potrebbero potenzialmente trasportare diverse testate nucleari, qualunque fosse la loro versione (compresa la balistica Kinzhal).
Nel frattempo, le trattative sembrano a un punto morto. Secondo il consigliere del presidente Zelensky, nonché capo negoziatore dell’Ucraina, Mykhailo Podolyak, la Russia può essere fermata “solo con la forza”. Per il diplomatico ucraino “qualsiasi accordo con la Russia non vale un centesimo… La Russia ha dimostrato di essere un Paese barbaro che minaccia la sicurezza mondiale. Un barbaro può essere fermato solo con la forza”.
La situazione nel Donbass
Intanto la guerra prosegue anche sul campo: nel Donbass, secondo quanto riferito dal Kyiv Independent, sarebbero stati bombardati 49 villaggi ucraini. Almeno quattro le vittime e cinque i feriti nel Donetsk, tutti civili. Ancora incerto il bilancio nel Lugansk. La regione di Kherson, ormai interamente occupata dalle forze russe, ha nel frattempo chiuso ogni accesso al restante territorio ucraino. A farlo sapere è il vicecapo dell’autoproclamata amministrazione regionale russa, Kirill Stremousov, che parla di ragioni di sicurezza. L’esercito russo sarebbe però dato in ritirata dall’area di Severdonetsk, Toshkivka e Oskolonivka, dopo aver subito pesanti perdite.