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Escalation non solo a Bakhmut: “Superbomba sull’Ucraina”

I media riferiscono dell'uso di una bomba da 1,5 tonnellate ad altissimo potenziale sulla regione di Chernihiv. Proseguono gli scontri a Bakhmut

Per mesi, alla guerra in Russia, è stato collegato il rischio di un’escalation nucleare. Soprattutto durante l’estate 2022, quando le testate sfioravano la centrale di Zaporizhzhia e la possibilità di un conflitto atomico veniva a galla come una potenziale possibilità, quasi pari al pericolo che un missile mal indirizzato finisse per colpire un reattore del polo nucleare più grande d’Europa. Una situazione di stallo che aveva reso necessario l’intervento dei tecnici dell’Aiea, per la verifica dello stato della centrale e, in qualche modo, per limitare la possibilità di un incidente dovuto all’intensificarsi degli scontri nella zona. Tuttavia, nonostante la Russia non avesse mai smentito il possibile ricorso al nucleare, fin qui non c’erano mai stati segnali concreti del ricorso ad armi potenti. Almeno fino a qualche ora fa, quando l’esercito russo avrebbe sganciato, per la prima volta, un ordigno ad altissimo potenziale, da 1,5 tonnellate di peso. Una sorta di superbomba.

La superbomba

I media non hanno parlato di nucleare ma di una bomba guidata, progettata per coprire una distanza di 40 chilometri con la sua ondata di distruttiva. Le dimensioni sono incerte ma si parla di 1.010 kg di peso, praticamente tutti corrispondenti a esplosivo. A riferirlo, il sito Defense Express, che cita fonti anonime. Secondo quanto riferito, la Russia avrebbe sganciato la bomba planante UPAB-1500B, presentata peraltro solo nel 2019. I media hanno riferito del suo utilizzo solo ora anche se, sulla base delle informazioni riportate, sarebbe esplosa nella regione di Chernihiv addirittura qualche settimana fa. Quindi nella zona settentrionale dell’Ucraina, anche se non è chiaro quale sia stato l’obiettivo. Più noti i dettagli tecnici: la bomba è lunga più di 5 metri, con un diametro di 40 centimetri e può essere sganciata fino a 15 km di altitudine.

La guerra sul campo

La Russia, in sostanza, starebbe alzando il tiro. Parallelamente all’invio di ulteriori armamenti all’esercito ucraino da parte degli occidentali. Mettendo quindi in atto uno degli avvertimenti seguiti alla conferma della spedizione dei tank Leopard a Kiev. E, nondimeno, in coincidenza con l’incremento della pressione sulla città di Bakhmut, sito strategico sul fronte orientale e, da giorni, data sul punto di cedere. Le forze di difesa starebbero tuttavia resistendo, nonostante l’intensificarsi degli scontri. In un messaggio diffuso via Telegram, il capo dell’Amministrazione militare del Donetsk, Pavlo Kyrilenko, ha riportato la morte di quattro civili dall’inizio del mese. Altre 11 persone sono state uccise nel corso degli ultimi attacchi sulla città di Kherson, principalmente per attacchi a distanza. Intanto, è salito a 13 il bilancio dei morti a seguito del raid su un condominio della città di Zaporizhzhia.

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