Russia: i medici aprono un sito per contare i deceduti. I dubbi sui numeri ufficiali

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Emerge un po’ di confusione nella gestione dell’emergenza da Coronavirus in Russia. Dove, tra istituzioni e camici bianchi il clima si fa rovente.

Gli operatori sanitari deceduti, i conti non tornano

Nella fredda Russia, i camici bianchi non si fidano dei numeri delle autorità e così hanno deciso di lanciare un sito che raccolga l’identità di chi è morto a causa del Covid-19. Al momento la lista comprende oltre 70 nomi, tra dottori e infermieri – quindi, come riporta la testata Meduza, ben più alta della conta ufficiale. La notizia arriva mentre un numero crescente di ospedali in tutta la Russia ha segnalato nelle ultime settimane casi di Coronavirus tra medici e pazienti. Nelle regioni, da settimane rimbalzano le denunce dei medici secondo i quali i dispositivi di protezione personale mancano un po’ ovunque (e anche qui, purtroppo, non è circostanza limitata alla Russia).

Il Cremlino alza i toni, i medici non si fidano

Il Cremlino ha risposto ai dottori, intimando loro di piantarla di “lamentarsi coi media” e di far presente la cosa alle “strutture preposte”, le quali hanno il compito di fornire i kit. Tornando alla lista, secondo l’anestesista e medico di terapia intensiva, Vladimir Budyansky, “alcuni sono stati infettati durante il lavoro, altri no”. “Perché i medici dovrebbero tenere una loro lista? Molto semplice: non si fidano delle statistiche”, ha dichiarato a MBKh Media il neurochirurgo Alexei Kashcheyev. “Sanno cos’è il coronavirus e quindi non credono a ciò che dice il governo e si compilano la lista da soli“.

I numeri in Russia

In effetti, se si considera che i morti ufficiali in Russia sono 867 con una mortalità tra il personale sanitario superiore all’8% desta qualche sospetto, o sui numeri in generale o sulla protezione data a medici e infermieri. Resta il fatto però, che la Russia ha effettuato un numero record di tamponi, oltre 3 milioni, e registra una mortalità molto bassa, anche perché i contagiati sono all’80% sotto i 60 anni. Ciononostante, a Mosca (focolaio principale dell’epidemia) stanno pensando di allestire un ospedale di emergenza al VDNKH, il centro espositivo di epoca sovietica. Il motivo è che i letti occupati sono già 20mila e nonostante a breve saranno portati a 28mila – se la dinamica dei contagi non cambia – anche questi finiranno. Luci e ombre in un Paese che ben presto toccherà quota 100mila contagi.

Gianpaolo Plini: