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Rsa, nelle strutture Trivulzio altri 34 morti a maggio

In Liguria indagati anche sei direttori sanitari di Rsa di Genova. Sono  in tutto una decina le Rsa nel Genovese finite nel mirino della procura

Nelle tre strutture che fanno capo al Pio Albergo Trivulzio di Milano, ci sono stati altri 34 morti tra il primo maggio e i 20 maggio scorsi. Il Trivulzio, in particolare, comunica che ci sono stati a maggio “28 decessi a Milano”, tra Pat e Principessa Jolanda e “sei decessi” a Merate all’Istituto Frisia. Il dato viene riferito dallo stesso istituto, finito al centro di uno dei tanti fascicoli della Procura di Milano per epidemia e omicidio colposi sulle Rsa, ed é stato pubblicato sul sito della stessa struttura, che già nel corso di una conferenza stampa del 6 maggio aveva comunicato che tra gennaio e aprile nelle tre strutture (la storica “Baggina” milanese, ossia il Trivulzio, l’Istituto Principessa Jolanda e il Frisia di Merate di Lecco) c’erano stati 405 decessi. Nello stesso bollettino si legge, come già scritto dal dg Giuseppe Calicchio in una lettera ai parenti del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio, che “i tecnici e gli esperti ancora in questi giorni ci informano sul fatto che il numero di contagiati è di molto superiore a quello dei casi noti”.

Sei direttori sanitari Rsa di Genova indagati

Cambia la regione, dalla Lombardia alla Liguria, ma il problema è sempre lo stesso: i troppi decessi nelle Rsa. In merito, la procura di Genova ha aperto un’inchiesta dell’inchiesta in cui sei persone risultano indagate nell’ambito per epidemia colposa. Si tratta dei direttori sanitari della Residenza Anni Azzurri Sacra Famiglia di Rivarolo, del Centro di riabilitazione, del Don Orione Paverano, della La Camandolina, della Residenza San Camillo e della Residenza Protetta Torriglia a Chiavari. Sono  in tutto una decina le Rsa a Genova e provincia finite nel mirino della procura. Si tratta di strutture dove il tasso di mortalità ha registrato una forte anomalia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “E’ evidente – spiega il procuratore capo Francesco Cozzi su Ansa – che in alcune residenze ci sia stato un numero troppo alto di morti. L’indagine epidemiologica è ancora in corso, ma dai primi dati si vede che la curva dei morti è salita”.

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