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Rigopiano: le vittime salgono a 7, recuperato il corpo di una donna

Sale a 7 il bilancio delle vittime della slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano. I soccorritori hanno infatti estratto il corpo senza vita di una donna. I dispersi, al momento, sono 22. Tra questi ci sarebbe anche un giovane senegalese che lavorava nell’albergo. Faye Dame, questo il nome del 42enne, aveva da poco rinnovato il suo permesso di soggiorno esibendo il contratto di lavoro al Rigopiano. Incensurato, agli uffici della Questura risulta regolare in Italia dal 2009. Il suo nome è stato inserito soltanto nelle ultime ore nella lista dei dispersi grazie alla testimonianza di una coppia abruzzese, ospite dell’albergo nei giorni precedenti alla valanga.

Le ricerche

Due i fronti dell’enorme valanga – che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio – sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell’hotel; intanto si lavora sul muro di neve all’esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga.

Corsa contro il tempo

“Siamo lavorando – ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile – per realizzare delle trincee e consentire così di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l’eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l’hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene: una simulazione al computer ha calcolato dislivello, pendenza e tipo di neve elaborando un modello secondo il quale il sistema darebbe un preavviso di 50-55 secondi prima della valanga. Al di là di ogni sforzo e di ogni precauzione, quella dei soccorritori – che anche il Papa ha spronato ad andare avanti – resta comunque una corsa contro il tempo, perché ogni ora che passa si affievoliscono le possibilità di trovare persone in vita.

Il meteo peggiora

Le previsioni, inoltre, continuano ad essere pessime: nei prossimi giorni è prevista ancora pioggia e, ai 1.200 metri dell’hotel, neve. Una situazione che potrebbe aggravare una situazione già molto compromessa. La notizia della sesta vittima accertata è arrivata nel pomeriggio: si tratta di un uomo, il cui cadavere è stato individuato nella stessa zona dove si trovavano altri corpi. Potrebbe essere quello di Piero Di Pietro, di Loreto Aprutino, a poche decine di chilometri dal Rigopiano, la cui moglie Barbara Nobilio era stata estratta morta ieri. Ma non ci sono conferme.

La mail ignorata

Mentre le ricerche proseguono la giustizia cerca di far luce sulla vicenda, a caccia di eventuali responsabilità. Decisiva, a tal proposito, potrebbe essere la mail acquisita dalla Procura di Pescara che la direzione dell’albergo aveva recapitato alla Provincia e alla Prefettura abruzzese il 18 gennaio per chiedere un intervento. “I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto”, scriveva in una il direttore Bruno Di Tommaso da Pescara, “non potendo ripartire a causa delle strade bloccate”. Ma in piena emergenza meteo le due istituzioni avrebbero considerato la comunicazione non prioritaria. Lo stesso 18 gennaio, tuttavia, la Prefettura aveva contattato Di Tommaso, a seguito delle telefonate allarmate di Giampiero Parte, per chiedere se fosse tutto ok. Il direttore avrebbe risposto di non avere notizie di slavine, anche se non aveva sentito di recente gli operatori rimasti al Rigopiano. Da questo potrebbe essere nato l’equivoco sulla gravità della situazione.

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