Dopo la decisione dell’Unione europea di giovedì 3 marzo di offrire protezione temporanea ai rifugiati che fuggono dall’Ucraina e l’intesa tra le delegazioni ucraina e russa su un cessate il fuoco temporaneo per la realizzazione di corridoio umanitari, i ministri degli Esteri del G7 chiedono che questi siano realizzati rapidamente. Nel nostro Paese intanto, fa sapere il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, sono arrivati quasi 10mila ucraini. “Arrivano con flussi che risultano al momento gestibili”, ha detto Curcio, “se numeri dovessero aumentare dobbiamo attrezzarci da un punto di vista operativo”. Secondo stime delle Nazioni unite, almeno 4 milioni di persone vorrebbero lasciare il Paese.
Curcio: “Flussi al momento gestibili”
“In Italia stiamo assistendo a quasi 10mila ucraini che sono arrivati, metà donne e un po’ meno della metà sono bambini e il resto uomini. La maggior parte arriva tramite frontiera terrestre italo-slovena“, ha detto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio in conferenza stampa nella sede del Dipartimento sull’accoglienza dei profughi ucraini in Italia. “L’incremento quotidiano sta aumentando: sono arrivate 2.500 persone in più tra ieri e oggi, ma arrivano con flussi che risultano al momento gestibili. Queste persone sono in una sorta di rete familiare che si è attivata e in qualche caso anche attraverso strutture territoriali”. “Se numeri dovessero aumentare dobbiamo attrezzarci da un punto di vista operativo“, ha aggiunto Curcio.
Curcio: “Ho nulla osta per l’assistenza”
“Ho appena avuto il nulla osta per la prima ordinanza di Protezione Civile che definisce l’assistenza. La gestione di questa emergenza da un punto di vista operativo ha un punto fermo: i presidenti di Regione sono i delegati per i sistemi territoriali di Protezione Civile. Sono loro i commissari delegati. È invece il prefetto a definire l’accoglienza ai profughi che vengono dall’Ucraina e nel momento in cui avesse la necessità di un supporto più ampio si attivano le Regioni”, ha detto ancora Curcio.
Curcio: “Situazione inedita”
“Questa è una situazione completamente inedita e vede attivate tante strutture di un intero Paese. Dalle associazioni alle reti di solidarietà, passando per i sindaci, le prefetture e le regioni, tutto il sistema si sta organizzando per dare una risposta a questa emergenza”, così il capo della Protezione civile.
Orlando: “”
“Di fronte allo scenario bellico tuttora in corso e alla luce delle recenti decisioni dell’Unione Europea, il Terzo settore italiano è in prima linea per fornire sostegno, accoglienza e servizi nei confronti della cittadinanza ucraina colpita dalla guerra”, ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, aprendo i lavori del Consiglio Nazionale del Terzo settore da lui convocato, alla presenza del Capo del Dipartimento della Protezione civile Curcio. “Ci sono due diverse esigenze: da un lato, l’accoglienza nei confronti dei profughi che stanno arrivando; dall’altro l’assistenza verso chi è rimasto in Ucraina”, ha spiegato il ministro. “La presenza capillare sul territorio degli enti del Terzo settore, delle reti dell’associazionismo, del volontariato, della cooperazione, unitamente all’esperienza maturata costituiscono un punto di forza su cui fare leva per dispiegare al meglio gli interventi da mettere concretamente in campo”, ha detto Orlando. “Altrettanto importante è la mobilitazione rivolta ad alleviare le sofferenze di chi è rimasto in Ucraina”, così ancora il ministro, “abbiamo un patrimonio straordinario di professionalità e organizzazioni, attive soprattutto nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e dell’assistenza internazionale, che stanno già intervenendo con prontezza nei Paesi confinanti il teatro bellico”.
Ferrandino: “Necessario raccordo col mondo della scuola”
“E’ stato disposto l’aumento dei posti nei Centri accoglienza straordinaria di 5mila posti e disposto anche un aumento posti nel Sistema accoglienza e integrazione”, così Francesco Ferrandino, capo Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno. “Potranno accedervi cittadini ucraini anche se non richiedenti asilo. In Italia ci sono oltre 248mila ucraini, di cui 190mila sono donne. E le persone che arrivano si rivolgono ai loro parenti ma hanno comunque bisogno di assistenza. E’ necessario anche un raccordo con il mondo della scuola, bambini e ragazzi dovranno frequentare il mondo della scuola”.