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Riaperture: il rischio ragionato di Draghi

La conferenza stampa del premier Draghi con il ministro della Salute Speranza arriva dopo le decisioni prese questa mattina sulle riaperture. Il 26 aprile sarà reintrodotta la zona gialla, dando precedenza alle attività all’aperto e alle scuole (che saranno in presenza sia in zona gialla, sia in zona arancione).

Le condizioni della ripartenza

Draghi parla di “rischio ragionato, fondato sui dati” che il governo ha deciso di prendersi nel consentire al Paese di ripartire. “Questo rischio – spiega il premier – incontra le aspettative dei cittadini e si fonda su una premessa: che quei provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte siano osservati scrupolosamente, quindi mascherine e distanziamenti. In questo modo questo rischio si traduce in una opportunità straordinaria non solo per l’economia ma anche per la nostra vita sociale”.

Gli spostamenti “saranno consentiti tra regioni gialle e con un pass tra regioni di colori diversi”. Così Draghi che poi aggiunge: “la campagna vaccinale sta andando bene, con alcune sorprese, quella è stata una delle cose fondamentali per prendere le decisioni” sulle riaperture.

Gli effetti delle riaperture

“Queste aperture sono una risposta al disagio di categorie e giovani e portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza dell’economia. Mi aspetto che avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita. Il rimbalzo è certo, non è sicuro esattamente quanto forte sarà. Ma dobbiamo lavorare sulla sfida di assicurare che dopo la ripresa dei prossimi mesi continueremo a crescere e tenere alto il livello dell’occupazione, dopo tantissimi anni in cui purtroppo la situazione è stata diversa”, ha detto Draghi.

Il Def e lo scostamento di bilancio

Con il Def e lo scostamento si fa “una scommessa sul debito buono“, ha detto Draghi. “Franco ha enunciato il Def e l’entità dello scostamento, 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa è una scommessa sulla crescita: se la crescita sarà quello che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”. 

Il decreto sostegni

“La questione aperta è se introdurre cambiamenti” nei prossimi sostegni alle imprese: “il criterio adottato nel primo decreto è quello del fatturato ma ha suscitato perplessità in tanti per vari motivi. Il ministero sta pensando ad aggiungere, oltre a quello del fatturato, anche un criterio che riguarda l’utile, l’imponibile fiscale, in modo da vedere esattamente i soggetti più colpiti dalla pandemia”, ha detto Draghi parlando del prossimo decreto per le imprese. “Naturalmente non si può aver tutto: con il fatturato i tempi sono molto rapidi, con altri parametri i tempi si allungano di tre o quattro settimane”. 

Serena Livoli

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