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Repubblica Ceca, il Covid dilaga: lockdown parziale e campionato fermo

“I rischi non vanno sottovalutati, ma proprio per evitare il default i campionati devono essere pronti ad avere un piano B se le cose dovessero peggiorare”. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, è stato chiaro. Riprendendo concetti già espressi, mette sull’avviso lo sport nazionale, che prosegue anche nella nuova ondata di contagi ma che, in vista di eventuali peggioramenti, dovrà essere pronto a dare risposte. Per quanto riguarda il calcio, per ora non è in campo l’ipotesi di uno stop al campionato italiano. Ma se la Serie A continua, fra contagi e pubblico scaglionato, c’è chi ha deciso di contenere la recrudescenza del Covid-19 decretando la sospensione delle attività sportive. Anche a livello professionistico. La Repubblica Ceca ha stoppato la 1. liga, il massimo campionato calcistico del Paese. E’ il primo Stato europeo a prendere un tale provvedimento.

Campionato fermo

La Repubblica Ceca è uno degli Stati più colpiti dalla seconda ondata della pandemia. E, dopo una serie di restrizioni estremamente rigide alla quotidianità del Paese, ora arriva la stretta anche sul mondo del calcio professionistico. Una decisione che, oltre a sottolineare ancora una volta la fase difficile attraversata dal Paese (975,8 casi ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni), avrà qualche ripercussione pratica. Soprattutto a livello europeo poiché lo Sparta Praga partecipa all’Europa League e, per il primo turno della fase a gironi, ospiterà il Lille in casa. Una gara che, per ora, dovrebbe essere disputata dopo l’ok arrivato dalle autorità. Il problema si ripresenterà successivamente e potrebbe incidere sul regolare svolgimento della prima fase. Certo, un problema marginale a fronte dell’emergenza pandemica ma che comunque andrà valutato di volta in volta qualora la competizione prosegua senza problemi.

Repubblica Ceca, lockdown parziale

Nel frattempo, Praga stabilisce anche una restrizione ulteriore per i propri cittadini. Destinatarie, le attività commerciali non necessarie e la mobilità. Oltre che, come ormai quasi ovunque, i contatti fra le persone. Come spiegato dal ministro della Salute, Roman Prymula, “il governo frenerà i movimenti e i contatti tra le persone, ad eccezione dei viaggi di lavoro e degli spostamenti per fare la spesa e per motivi di salute”.

Damiano Mattana

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