Ad una sola settimana dal voto, il premier Renzi afferma: “Una ‘ricaduta’ del referendum sul governo certo che c’è, è evidente. E’ evidente che non possiamo avere un Paese fermo a galleggiare. Non sto a far politica per aggiungere una riga al curriculum vitae. Io non sto a vivacchiare e galleggiare nei giochini. Io non sono come tanti”. Da Torino, in un’iniziativa per il Sì, il Presidente del Consiglio ribadisce: “Il governo tecnico non lo posso scongiurare io, lo dovete scongiurare voi con il Sì. Il rischio c’è, è evidente. Mario Monti, l’ideologo e capo dei governi tecnici – sottolinea -, ha detto che ho fatto troppi bonus fiscali. Il punto è che non è che si può votare di Sì perché uno alza le tasse e poi dire No se si abbassano”.
E’ “molto serio, di buonsenso e giusto” l’invito di Sergio Chiamparino a “mettere mano al Pd. Su questo dovremo iniziare dal 5 dicembre. Ma da qui a domenica prossima dobbiamo raccontare casa per casa che questo referendum non è il congresso del Pd. Non sappiamo – ha aggiunto il premier – cosa accadrà il 5. Gli elementi di natura politica ci sono, è innegabile. Ma dal punto di vista costituzionale l’alternativa è tra Sì e Mai”. “Il referendum non è su di noi e non è sul governo”, ribadisce Renzi, che ha poi proseguito: “Se dovessimo guardare i numeri dei partiti saremmo spacciati, considerando che il Pd ha il 35% e poi qualcuno del Pd non vota… saremmo 35% a 65%. Certo è una partita difficile, ma tanti non del Partito hanno voglia di un Paese più semplice, più tranquillo: ragioniamo con le persone. E’ una grande occasione per semplificare il sistema. Non dipende dai partiti, ma dai cittadini”.
Renzi è anche intervenuto a Domenica Live. Alla domanda: “Dopo una campagna referendaria dai toni così accesi, si potrà ricucire lo strappo tra le forze politiche?”, il premier ha risposto: “Sì, ma certo. Dobbiamo smettere di parlare male degli altri. Mi accusavano di essere filo berlusconiano perché non attaccavo Berlusconi. Grillo ha detto che siamo ‘serial killer’, una ‘scrofa ferita’. Ma il 5 dicembre l’Italia tutta insieme dovrà andare avanti. Secondo me è meglio se potrà andare avanti più veloce. Ma se resta così comunque si deve andare avanti insieme”.
Va ricordato che quello del 4 dicembre, essendo un referendum costituzionali, non è necessario il raggiungimento del quorum: la riforma, quindi, passerà semplicemente se i voti a favore saranno più di quelli contrari.