Forse la notte ha portato consiglio a Bruxelles. La bagarre andata avanti per tutta la giornata di ieri sembra essere servita perlomeno a capire in quale direzione non procedere. Del resto, parola del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, entrare in collisione fra Paesi membri avrebbe mostrato il volto di un’Europa debole. E allora ecco che i frugali, capitanati dai Paesi Bassi, sembrano aver recepito il messaggio, concedendo qualche apertura sulla proposta da 390 miliardi di sussidi da posare sul tavolo di Bruxelles alle 17 in punto. Una prima accondiscendenza che, questa volta, viene certificata anche dal premier italiano, Giuseppe Conte, finora fra i più critici nei confronti di Rutte e degli altri Paesi del fronte anti-accordo. Il presidente del Consiglio si dice “cautamente ottimista, perché stanotte c’è stata una svolta”. E’ la prima volta che si pronuncia questa parola.
Sentori positivi
Il premier non nasconde “il duro confronto” andato in scena finora ma, posto questo, l’obiettivo ora è “finalizzare”. Basta tira e molla e tergiversare oltremodo, “è il momento di dare una risposta europea, non si può guardare all’ombelico nazionale”. Più un appello che un incoraggiamento ma tant’è. E Conte ne approfitta per ribadire la linea italiana, “favorevole alla condizionalità climatica, perché i sussidi sono orientati alla svolta energetica e digitale”. Allo stesso tempo, però, il premier chiede un controllo comunitario sul Recovery Fund, “perché non permetterò il monopolio di singoli”. Sui buoni sentori della nottata arriva anche la conferma di Angela Merkel: “Abbiamo lavorato su un quadro per un possibile accordo, è un passo avanti e dà la speranza che forse oggi ce ne possano essere altri o che un accordo sia possibile”.
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