Un applauso liberatorio ha accompagnato la fine della nottata a Bruxelles. Accordo trovato infine, tenuta europea salvata e qualcosa di concreto su cui basare i pensieri per il futuro. Incerto, e per tutti più o meno simile. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha vinto la sua mano, costringendo i Paesi frugali ad accontentarsi del piatto accumulato e ponendo le basi per un’intesa che, per ora, scongiura lo scricchiolio di casa Europa. I numeri sono importanti: 750 miliardi di euro, di cui 390 di sussidi e con bilancio fissato a 1.074 miliardi. Con una ripartizione che alla fine accontenta tutti, con buona pace del fronte che mirava ad asciugare i costi.
Recovery Fund come l’Euro
Il premier Conte lo ha definito “un giorno storico” e anche gli altri leader europei tornano soddisfatti da Bruxelles. Per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, “l’Europa ha ora la possibilità di uscire più forte dalla crisi”. Per il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, il “Recovery è la decisione più importante dopo l’Euro… Per la Commissione che ha proposto il piano, comincia la sfida più difficile. L’Europa è più forte delle proprie divisioni”. Ottimismo ripagato anche per Angela Merkel ed Emmanuel Macron, che accolgono positivamente l’esito della trattativa, entrambi dicendosi consapevoli della prova d’unità data dall’Europa. Per il risultato, più che per la forma ma, in questo momento, contava arrivare a dama.
Le reazioni
Lo stallo, risolto dal mini-vertice Conte-Rutte, si è prolungato ben più di quanto previsto. Alla fine, però, il piano Michel ha sciolto anche gli ultimi dubbi, portando in dotazione ai Paesi europei una strategia sostanziale di aiuti post-Covid. Soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in mattinata ha incontrato il premier Conte. E dalle forze politiche arrivano sia sproni che critiche: “L’Europa c’è ed è più forte e vicina alle persone – ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti -. Un’Europa popolare. Grande battaglia del Governo Conte e bella vittoria per l’Italia”. Ora, ha spiegato il governatore del Lazio, “servono visione, concretezza e velocità. Investimenti su green economy, digitale, infrastrutture, conoscenza, inclusione per rilanciare le imprese ed essere vicini alle famiglie”. Scettico, invece, il leader della Lega Matteo Salvini: “Con Alberto Bagnai, vogliamo illustrare i dati di fatto, cioè quanti soldi arriveranno, in quale arco temporale e per fare che cose: e dopo spieghiamo, come Lega, di cosa ci occuperemo e preoccuperemo per evitare una fregatura grossa come una casa che si intravede in fondo al tunnel”.