Recovery fund, Gentiloni: “Bisogna far partire il Next Generation Eu”

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Non c’è solo l’attesa per il vaccino a corredare la seconda ondata di coronavirus. L’incertezza per la crisi economica in atto e per una ripresa sgambettata dalla recrudescenza del Covid-19 praticamente in tutto il mondo, aumenta proporzionalmente alle misure restrittive via via adottate per contenere la pandemia. Nei giorni scorsi, anche la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, aveva parlato di una ripresa instabile, riferendosi soprattutto al rischio di chiusura per numerose imprese e all’effetto domino su quelle rimaste aperte. Visione condivisa anche dal commissario agli Affari economici dell’Ue, Paolo Gentiloni

Gentiloni e il Recovery

E un’incertezza complessiva riguarda anche i sostegni garantiti dall’Europa, Recovery fund su tutti, sul quale è tornato l’ex premier, intervenuto all’evento Cgil “Futura 2020”. “Credo che le istituzioni europee abbiano le idee molto chiare, sono fiducioso che queste ipotesi di veto non si tradurranno sul serio in un veto: ci sarà un negoziato complicato, ho fiducia che la presidenza tedesca lo svolga nel migliore dei modi”. L’ex premier non ritiene che “questo abbia provocato un ritardo sostanziale nei fondi del Recovery, alcuni sono già arrivati come Sure”. Tuttavia, “non dimentichiamo che la questione del debito per un Paese come l’Italia esiste. Noi possiamo fare tutte le discussioni, ma che l’Italia abbia un alto livello di debito non può essere cancellato. Dobbiamo evitare il rischio che questa crisi porti conseguenze negative sul piano finanziario, tutti avremo un alto livello di debito”.

Proroga del Patto di stabilità

Sul tema, Gentiloni spiega che “sarebbe imprudente aprire questa discussione sulle regole in questi giorni, in queste settimane”. Oggetto di discussione, sarà “quando e quali regole” del Patto di Stabilità “torneranno in vigore, visto che c’è anche una revisione in corso… Io con la commissione farò le mie proposte tra primavera e estate dell’anno prossimo. Prima di farle abbiamo bisogno di fare partire il Next Generation Eu, che ha bisogno di ratifiche nazionali e di fronteggiare l’emergenza”. E si unisce alle previsioni di Lagarde, su una ripresa più lenta. In virtù della quale “dire che il Patto resta sospeso fino alla fine del 2021 non significa che torna in vigore dal 1 gennaio del 2022“.

Damiano Mattana: