“L’idea di una ripresa a V è un’illusione e non ci ho mai creduto”. Fuga ogni dubbio, il commissario agli Affari economici dell’Ue, Paolo Gentiloni, circa una repentina inversione di tendenza che riporti l’economia internazionale in fase di galleggiamento rispetto alla frenata dovuta al Covid-19. Parlando al Financial Times, l’ex premier italiano ha fatto sapere che “la clausola di salvaguardia del Patto resterà in vigore per tutto il 2021 ma non significa che da gennaio 2022 sarà interrotta“. Una variabile che l’Eurozona discuterà nei prossimi mesi, per capire se vi siano i margini per prolungare l’intesa raggiunta. Anche perché, stando alle analisi fornite dalla Banca centrale europea, i fattori di instabilità sono ancora molti. E la stessa emergenza sanitaria, come spiegato dalla presidente Christine Lagarde, “ha prodotto una recessione molto insolita”, che probabilmente “darà origine a una ripresa altrettanto instabile”.
L’analisi di Lagarde
Il quadro tracciato da Lagarde al Forum on Central Banking 2020, organizzato proprio dalla Bce, non è dissimile da quello delle scorse settimana. E anche nella prospettiva di “nuove sfide e rischi”, il piano dell’Unione europea per contrastare la deriva economica della pandemia resta lo stesso. E la presidente rivendica che “la Bce era presente per la prima ondata e noi ci saremo per la seconda ondata. Siamo, e continuiamo ad essere, totalmente impegnati a sostenere i cittadini europei“.
Un aiuto in termini di stabilizzazione dei fattori di rischio potrebbe essere dato dagli sviluppi sul fronte vaccinale. Al lavoro su più fronti, i laboratori sperimentali sembrano offrire buone prospettive nel caso della Big Pharma tedesco-americana tra Pfizer e BioNTech, che ha annunciato un’efficacia del 90% del suo candidato vaccino. Secondo Lagarde “questa recessione insolita pone rischi eccezionalmente alti” e, in una fase di ripresa potenzialmente instabile, un fattore può essere considerato “il ritmo di distribuzione del vaccino”.
No alla “zombificazione”
Ma non solo prospettive di stabilizzazione. L’incertezza economica, in assenza di segnali chiari di uscita dalla fase pandemica, continua a pesare sulle imprese. E coloro “che finora sono sopravvissute aumentando il proprio indebitamento potrebbero decidere che restare aperti non ha più senso”. Una situazione che, ha precisato Lagarde, “potrebbe innescare un moltiplicare delle chiusure delle imprese. Nel quale il fallimento di un’impresa, di fronte alle misure restrittive, si ripercuote sulla domanda di altre imprese, spingendole a ridurre la produzione”. La ricetta, parziale, è legata alla “risposta delle politiche per proteggere le economie” e allo scongiurare “le preoccupazioni di una ‘zombificazione'” delle imprese. Una prospettiva che “con il vaccino in vista”, secondo Lagarde, non ha ragion d’essere.