Razzi sul Libano, colpita una base di Unifil

Razzi Libano

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Un portavoce di Unifil ha riferito di razzi sulla sede del contingente delle Nazioni Unite in Libano, provocando alcuni feriti. Israele ha attribuito l’attacco a Hezbollah, dichiarando che il quartier generale Unifil non era un obiettivo. Intanto Lega araba e Unione africana firmano una nota congiunta, manifestando i timori per il rischio di genocidio nel caso avvenisse l’invasione di Gaza.

Colpito il Libano

Un razzo ha colpito oggi il quartiere generale del contingente Onu nel sud del Libano (Unifil) senza fare vittime. Lo ha riferito il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti, precisando che al momento non è possibile determinare da dove sia stato lanciato il razzo che ha colpito l’interno della base costiera di Naqura, a ridosso della Linea Blu di demarcazione con Israele. “In quel momento i nostri peacekeeper non erano nei bunker, ma fortunatamente nessuno è stato ferito”, ha detto Tenenti.

Il razzo che ha colpito la base Unifil, secondo quanto si apprende da fonti militari, è stato lanciato da Hezbollah e avrebbe raggiunto un’area logistica all’interno della base di Naqoura dove non c’erano in quel momento soldati. Le stesse fonti sottolineano che la base non era l’obiettivo del lancio e che l’episodio sarebbe dovuto ad un calcolo impreciso della traiettoria. Tutti i militari presenti nella base si sono rifugiati nei bunker per poi uscire ad allarme cessato. Nella base operano tra gli altri un centinaio di militari italiani. Al momento non è prevista l’evacuazione della base che può essere decisa solo dall’Onu.

Israele: “Non vogliamo un’escalation”

Israele non è interessato ad aprire un fronte di guerra alla frontiera con il Libano. Lo ha ribadito il ministro della difesa Yoav Gallant riferendosi alla tensione crescente con gli Hezbollah. “Non vogliamo un’escalation della situazione“, ha spiegato Gallant in un video diffuso dopo la sua visita al sud di Israele. Ma, – ha avvertito – se gli Hezbollah “scelgono la via della guerra, pagheranno un pesante prezzo”.

Riapre il valico di Rafah

Il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l’Egitto “sarà aperto” per gli aiuti umanitari nella Striscia, come chiedeva l’Egitto per sbloccare l’uscita di circa 500 americani: lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken partendo dal Cairo. “Stiamo mettendo in atto con le Nazioni Unite, con l’Egitto, con Israele e con altri il meccanismo attraverso il quale ottenere assistenza e portarla alle persone che ne hanno bisogno”, ha detto ai giornalisti. Blinken ha anche affermato che gli Stati Uniti hanno nominato un inviato, l’ex diplomatico di lunga data David Satterfield, per lavorare sugli aiuti a Gaza.

Lega araba e Ua: “Rischio genocidio”

L’invasione di Gaza da parte di Israele potrebbe portare a un “genocidio di proporzioni senza precedenti”. Lo affermano la Lega araba e l’Unione africana in una dichiarazione congiunta. Entrambe le organizzazioni hanno chiesto “alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di fermare la catastrofe che si sta svolgendo davanti a noi, prima che sia troppo tardi”.

L’Ue: “Israele segua il diritto internazionale”

“L’Unione europea condanna con la massima fermezza Hamas e i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati in tutto Israele e deplora profondamente la perdita di vite umane. Non esiste alcuna giustificazione per il terrorismo. Sottolineiamo con forza il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale di fronte a tali attacchi violenti e indiscriminati”. Lo scrivono in una dichiarazione congiunta i ventisette Paesi dell’Unione europea. “Ribadiamo l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto internazionale umanitario”, aggiungono.

Fonte: Ansa

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