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Raid a Zaporizhzhia, è una strage: un bimbo fra le vittime

Almeno 20 vittime nel raid missilistico contro un complesso residenziale a Zaporizhzhia. Zelensky: "Abbiamo a che fare con uno Stato che non vuole la pace"

Un raid nella notte, nemmeno ventiquattr’ore dopo l’esplosione sul Ponte di Kerch, in Crimea. Un complesso residenziale della città di Zaporizhzhia, come riferito dal governatore della regione, Oleksandr Starukh, è stato colpito da un attacco missilistico. Il bilancio iniziale parlava di 13 vittime, aumentate rapidamente nel corso della giornata. Al momento, secondo le autorità territoriali citate dall’agenzia Unian, il numero dei morti provocati dal raid è salito a 20, fra i quali un bambino. I feriti sarebbero almeno 50. La Polizia ha parlato di 9 missili S-300 e X-22 sparati contro i quartieri residenziali della città, nei cui pressi si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. A essere colpite, oltre a decine di case private, anche alcune infrastrutture civili.

Raid a Zaporizhzhia, la condanna di Zelensky

Sul raid che ha provocato una strage fra i civili ucraini, è intervenuto il presidente Volodymyr Zelensky che, su Facebook, ha condiviso alcune immagini e filmati dell’attacco: “Il mondo deve vedere la verità. Un attacco missilistico sulla popolazione civile di Zaporizhzhia ha distrutto case residenziali e private, dove la gente dormiva di notte, viveva e non attaccava nessuno… L’Ucraina non ha mai voluto questa guerra. L’Ucraina non ha fatto nulla per provocarla. Abbiamo a che fare con uno Stato che non vuole la pace. Con uno Stato terrorista”. Inoltre, il portavoce della Polizia di Kherson, Andriy Kovany, ha riferito alla tv pubblica ucraina dell’uccisione di cinque persone e del ferimento di altre cinque. Tutte le vittime avrebbero parte di un convoglio civile che sarebbe stato colpito da un attacco aereo russo vicino Daryivka, proprio nel Kherson.

Nyt: “Ponte di Kerch, ruolo decisivo degli 007 ucraini”

Proseguono, intanto, le ipotesi sull’esplosione che ha colpito il Ponte di Kerch, in Crimea. Nella giornata di ieri, alcuni messaggi social delle autorità ucraine avevano lasciato sottintendere un coinvolgimento diretto di Kiev. Salvo poi ritrattare, attribuendo a un possibile conflitto interno fra le forze russe la responsabilità dell’accaduto. Secondo il New York Times, che cita un funzionario ucraino, un ruolo decisivo nell’esplosione sarebbe da attribuire proprio all’intelligence ucraina. La fonte, rimasta anonima (vige il divieto di parlare dell’accaduto), avrebbe riferito di un coinvolgimento degli 007 di Kiev nell’organizzare l’attacco tramite un camion bomba. Al momento, comunque, non sono arrivate rivendicazioni. Né dalla Casa Bianca sono arrivate ulteriori informazioni circa l’episodio: “Quello che posso dirvi – ha detto il portavoce del Consiglio di Sicurezza John Kirby – è che Putin ha iniziato questa guerra e Putin potrebbe concluderla oggi semplicemente ritirando le sue truppe dal Paese”.

 

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