È di almeno 27 morti, secondo fonti palestinesi, il bilancio del raid contro la zona nord della Striscia di Gaza. A essere colpita, una scuola gestita dall’Unrwa che ospitava centinaia di sfollati. La strage arriva a poche ore dall’accordo di tregua raggiunto. Intanto, nel cimitero di Khan Yunis è stata scoperta una fossa comune.
Raid su Gaza
Almeno 27 persone sono morte in seguito a un bombardamento israeliano su una scuola delle Nazioni Unite a Jabalya, nel nord di Gaza, che ospita centinaia di sfollati. Lo riferisce un medico palestinese.
Scoperta una fosse comune
I corpi di decine persone non identificate sono stati sepolti mercoledì in una fossa comune nel cimitero di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, riferisce l’Afp. Avvolti in teli blu, i corpi sono stati calati su barelle in una fossa sabbiosa che è stata gradualmente allargata da una escavatrice. Alcuni avevano le dimensioni di un bambino. “Poiché questi martiri non avevano nessuno a cui dire addio, abbiamo scavato una fossa comune per seppellirli. Sono martiri sconosciuti”, ha detto all’Afp Bassem Dababesh del comitato di emergenza del ministero per gli affari religiosi.
La testimonianza
I resti, che portavano solo numeri, provenivano dagli ospedali indonesiano e di al-Shifa nel nord della Striscia di Gaza, secondo i membri del comitato sul luogo di sepoltura. L’ospedale indonesiano ai margini del campo profughi di Jabalia, colpito dagli attacchi aerei israeliani, è stato parzialmente evacuato lunedì, ha detto Ashraf al-Qudra, portavoce del ministero della sanità controllato da Hamas. “C’erano corpi ovunque. Se non l’avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto“. Lo ha detto Umm Mohammed al-Ran, una donna evacuata dall’ospedale indonesiano verso Rafah, nel sud.
Sepolture di fortuna
“Le persone ferite sono morte dissanguate davanti a noi”, ha detto all’Afp. I corpi arrivati a Khan Yunis mercoledì sarebbero stati “trattenuti” da Israele prima di essere rilasciati dopo le rappresentanze di “paesi terzi e delle Nazioni Unite”, secondo il comitato di emergenza del ministero degli Affari religiosi. Khalil Siam, direttore di una compagnia di trasporti, ha detto all’Afp che i corpi erano arrivati la notte prima e non si sapeva “se si stessero decomponendo o no”. Da quando è iniziata la guerra, i morti a Gaza sono stati sepolti frettolosamente in appezzamenti di terreno privati e persino in un campo da calcio, quando i cimiteri sono risultati pieni o inaccessibili a causa dei combattimenti.
Fonte: Ansa