Un incitamento che suona come un endorsement. Il “daje” con cui, ricalcando l’intercalare romano, Beppe Grillo incoraggia la sindaca di Roma, Virginia Raggi, certifica l’appoggio del fondatore del Movimento 5 stelle alla ricandidatura annunciata dal primo cittadino capitolino. Niente commenti, né frasi a effetto. Un’incitazione tipica della Capitale accompagnata da una foto in cui Grillo è ritratto abbracciato a Raggi che, nella giornata di ieri, ha rotto gli indugi sul suo futuro al Campidoglio. “Dobbiamo andare avanti, non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima”. Tradotto: alle comunali, Virginia Raggi ci sarà di nuovo.
Le reazioni pentastellate
Un annuncio che, a ogni modo, qualche strascico probabilmente lo lascerà. E non solo fra i romani che, come è ovvio, si dividono sostanzialmente fra chi ha apprezzato il quinquennio Raggi e chi si lamenta dei risultati mancati. A rumoreggiare è anche la parte del M5s che al limite dei due mandati non vorrebbe rinunciare. E c’è chi, persino, ha fatto notare come sarebbe stato consigliabile passare dalla piattaforma Rousseau (fra questi l’ex ministro Giulia Grillo) per determinare il consenso (o meno) del Movimento alla terza candidatura dell’attuale sindaca (che corse anche nel 2013, ottenendo i voti necessari a entrare in Consiglio comunale). A ogni modo, Raggi avrebbe agito non solo con la certezza dell’appoggio di Grillo (e anche di Di Maio) ma dicendosi sicura del sostegno del Movimento intero.
Scenari diversi
Il tutto, con buona pace delle intenzioni elettorali del Partito democratico. Che, ora, dovrà per forza di cose replicare all’annuncio con una risposta che per ora risulta indistinguibile nelle strategie del Nazareno. Di sicuro, come ha detto l’ex ministro della Gisutizia Andrea Orlando, il Pd “sta lavorando a un progetto alternativo”. Con la consapevolezza che gli scenari si preannunciano totalmente diversi da quelli del 2016.