L’intelligenza artificiale è sempre più presente in molti ambiti della nostra vita, incluso il mondo del lavoro. Una ricerca Microsoft-Fpa, in occasione del Forum Ital.IA, ha intervistato un campione di dipendenti pubblici. Ecco cosa emerso.
La ricerca
L’intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione è utile per il 77% dei dipendenti pubblici, solo l’8% teme di perdere il lavoro. Sono i dati contenuti in una ricerca di Microsoft-Fpa – in occasione Forum Ital.IA – che ha coinvolto un campione di 1.600 dipendenti pubblici italiani. Secondo l’analisi, l’IA per il 60% dei lavoratori può aumentare la produttività, per il 59% migliorare la qualità del lavoro, per il 50% sviluppare la creatività o accrescere le competenze.
Le app di intelligenza artificiale più utili per la PA
Secondo i dipendenti pubblici italiani, le applicazioni di intelligenza artificiale più utili per la PA sono quelle di automatizzazione di procedure e compiti ripetitivi (74%). Ma sono importanti anche quelle che permettono di personalizzare e efficientare i servizi agli utenti i (47%) e quelle di assistenza virtuale per fornire informazioni ai cittadini (42%). Mentre, sono ancora meno immaginati utilizzi per l’analisi predittiva (36%) o il rilevamento frodi o anomalie (33%). Per i dipendenti, secondo la ricerca, la principale difficoltà nell’introduzione dell’IA nell’amministrazione è organizzativa, perché la dirigenza non è ancora preparata a nuovi modelli di gestione del lavoro e del personale (lo evidenzia quasi metà degli intervistati, il 47%).
Le criticità etiche
Poi ci sono criticità etiche, per le distorsioni che possono favorire stereotipi e discriminazioni (39%), minacce alle privacy per il meccanismo di condivisione e interoperabilità di dati (35%), riduzione dell’empatia e delle relazioni con il cittadino (35%), errori e distorsioni per la limitata accuratezza delle procedure (34%). Infine, l’85% dei dipendenti pubblici italiani ha già utilizzato un qualche strumento basato sull’IA. Principalmente si tratta di chatbot e assistenti virtuali (nel 68%), di app per scrivere testi o fare traduzioni (51%). “Dalla ricerca emerge chiaramente il desiderio di tutti coloro che operano nel mondo pubblico di abbracciare queste nuove tecnologie per rendere ancora più efficiente e produttivo il loro lavoro”, spiega Stefano Stinchi, Direttore della Divisione Pubblica Amministrazione di Microsoft Italia.
Fonte Ansa