Scenari di guerra in Italia. Mille soldati e 40 elicotteri di 7 Paesi europei impegnati in un’esercitazione per prepararsi ad affrontare le sfide che vengono dalla guerra asimmetrica. Il “teatro” è la Tuscia viterbese.
Minacce terroristiche di livello globale e nuovi venti di guerra che soffiano da Est non possono farci trovare impreparati. Una guerra mondiale è in atto anche se con scenari diversi da quelle del Novecento: un puzzle di conflitti che infuocano tutti i continenti con migliaia di vittime civili.
“Italian Blade 2015” è stata un’esercitazione che ha visto uno spiegamento di forze costituite dai nuclei elicotteri di molte nazioni europee che hanno deciso di partecipare al progetto dell’ Agenzia della Difesa Europea: Germania, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia. L’Italia, oltre a contribuire con il contingente più numeroso, con equipaggi dell’Aviazione dell’Esercito e della Marina Militare, ha avuto anche il comando dell’esercitazione con il Generale Arrigo Arrighi (attualmente Comandante della Brigata Aviazione dell’Esercito). L’esercitazione punta ad aumentare il livello di interoperabilità delle varie forze armate per operare prontamente ed efficacemente ovunque sia richiesto e nei teatri operativi, dove quotidianamente le varie nazioni si trovano ad operare l’una a fianco all’altra per il raggiungimento degli obiettivi comuni. In prima linea i nostri incursori del 9° Reg. Col Moschin e gli equipaggi dell’Aviazione dell’Esercito.
Tra Monteromano e Viterbo si è combattuta una simulazione di guerra secondo un copione oggi consueto: il contrasto a gruppi irregolari, insurgents e milizie. Durante i sette giorni nel poligono di Monteromano i paracadustisti tedeschi hanno dovuto fronteggiare l’attacco a un convoglio e solo l’arrivo degli elicotteri d’attacco ungheresi Mi-24 e degli italiani Mangusta sono riusciti a sfuggire all’annientamento. Nulla è stato lasciato al caso. Anche i feriti hanno avuto un aspetto realistico grazie al make up realizzato dalle volontarie della Croce Rossa Italiana.
Le minacce oggi sono le più diverse e nel mirino ci sono anche obiettivi importanti. Soprattutto in questi nuovi scenari di conflitti asimettrici diviene importante catturare i leader dei nemici. Così si punta al prendere prigioniero il generale Cirius, un importante esponente degli insurgent. Il covo-comando del nemico viene individuato dagli uomini del Rao: è lontano dalle basi operative e così si predispone una base avanzata dove vengono fatti affluire gli elicotteri da trasporto Ch 47, Cougar e quelli d’attacco Mangusta per poterli rifornire di carburante per operare in tutta sicurezza. L’area di atterraggio è stata messa in sicurezza dai parà tedeschi che si sono lanciati sulla zona.
Ma a questo punto i “cattivi” lanciano l’allarme e fanno confluire i rinforzi. Troppo tardi. Gli incursori del Col Moschini si calano con le funi dal possente Ch 47 e assaltano il covo annientando la minaccia e portando via il “bersaglio”. Su tutta l’operazione ha vegliato Shadow, il nuovo elidrone dell’Augusta Westaland frutto della ricerca e della tecnologia italiana.
“La Difesa europea è una realtà e queste esercitazioni servono per omologare e interagire i team delle diverse nazioni creare maggiore efficienza – ha sottolineato il sottosegretario Domenico Rossi – Le minacce sono globali e la risposta non può essere affidata a un solo Paese. Le risorse sono sempre un probema. Stiamo cercando di riequilibrare i budgt rispetto ai compiti che le Forze armate debbono affrontare. L’Esercito è in prima linea per assicurare sicurezza in patria con l’operazione Strade sicure e nei vari teatri operativi all’estero. La Libia è un problema europeo e ogni tipo di impegno deve andare nella direzione del bene comune”.