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Proteste in Bangladesh: sono 300 le vittime

Continuano le manifestazioni in Bangladesh per la controversa legge sulle assunzioni nel pubblico impiego: 300 le vittime

La popolazione del Bangladesh continua a scendere in pizza per protestare contro la legge sul pubblico impiego. A far infuriare la folla è il controverso sistema di wuote per l’assunzione riservato ai candidati al servizio civile. Per placare il dissenso, il governo ha rivisto parzialmente i termini del testo di legge.

Proteste in Bangladesh: sono 300 le vittime

E’ di almeno 300 vittime il bilancio compessivo delle proteste in Bangladesh, dopo la morte di 94 persone nella giornata di ieri, la più letale delle settimane di manifestazioni antigovernative: è quanto merge da un conteggio dell’agenzia di stampa afp basato sui rapporti della polizia, dei funzionari e dei medici degli ospedali.

I nuovi scontri

I nuovi scontri tra gli oppositori della premier Hasina, la polizia e i sostenitori del partito al governo hanno provocato ieri almeno 94 morti in tutto il Paese. Si tratta del bilancio più pesante in un solo giorno dall’inizio delle manifestazioni antigovernative, un mese fa, nel Paese musulmano di 170 milioni di abitanti dove gli studenti protestano, in un contesto di forte disoccupazione tra i laureati, contro i favori di cui godono le persone vicine al potere per diventare dipendenti pubblici. Tra le vittime figurano almeno 14 agenti, secondo il portavoce della polizia Kamrul Ahsan. I manifestanti anti-governativi e i sostenitori della premier si sono scontrati usando bastoni e coltelli, mentre la polizia ha sparato con proiettili veri. Secondo le forze dell’ordine, una stazione di polizia a Enayetpour (nel nord-est) è stata presa d’assalto e 11 agenti sono stati uccisi. Anche oggi centinaia di migliaia di manifestanti antigovernativi sono scesi per le strade della capitale, sfidando il coprifuoco e le forze di sicurezza.

Le proteste

Le proteste in Bangladesh sono inziate dopo che il governo ha approvato una legge sul pubblico impiego. I manifestanti sono scesi in piazza per mostrare il loro dissenso contro un sistema di quote riservate alle assunzioni negli impieghi pubblici. Alcuni studenti hanno assaltato e fatto bruciare un carcere e in centinaia sono evasi. Le proteste studentesche contro le norme sull’assunzione del servizio civile, hanno causato finora 39 morti, 32 uccise solo oggi. Si contano almeno 104 agenti di polizia e 30 giornalisti feriti.

Pubblico impiego, retromarcia del Bangladesh

La Corte Suprema del Bangladesh ha rivisto, ma non abolito, il controverso sistema di quote per l’assunzione riservato ai candidati al servizio civile all’origine delle sanguinose rivolte dei giorni scorsi, costate oltre 100 morti. “La Corte Suprema ha affermato che il verdetto dell’Alta Corte era illegale”, ha affermato il procuratore generale A.M Amin Uddin all’Afp, riferendosi a una precedente sentenza che reintroduceva le quote.

Il ritocco

Ha aggiunto che il 5% dei posti di lavoro nel servizio civile rimarranno riservati ai figli dei veterani della guerra d’indipendenza e il 2% ad altre categorie. La stessa Corte Suprema ha quindi esortato gli studenti a “tornare in classe” dopo i disordini: “La Corte ha chiesto agli studenti di tornare in classe”, ha detto un avvocato coinvolto nel caso, Shah Monjurul Hoque, che rappresentava due studenti in una causa che cercava di ribaltare il sistema delle quote.

Fonte: Ansa

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