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PROSTITUZIONE, L’APG23 AL M5S: “PARLANO DI DIRITTI E POI VOGLIONO LEGALIZZARLA”

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“Questo è il mio corpo” è l’iniziativa legislativa avanzata dall’associazione comunità “Papa Giovanni XXIII” per combattere il drammatico fenomeno della prostituzione colpendo la domanda, cioè il cliente. La proposta, presentata il 13 luglio alla Camera dei deputati, ha trovato il sostegno trasversale della gran parte delle forze politiche di maggioranza e opposizione, ad eccezione del Movimento 5 Stelle. La questione non è di poco conto visti i numeri parlamentari di cui godono i grillini e il risultato delle ultime elezioni amministrative, vinte in città chiave per la politica italiana come Roma e Torino.

Non solo, ma il M5s continua a rilanciare il progetto di una legalizzazione della prostituzione. “E’ paradossale che un partito che sostiene di voler difendere la dignità e i diritti della donne e della persona proponga disegni di legge per rendere legale il meretricio” commenta a Interris.it Giovanni Paolo Ramonda, presidente della “Papa Giovanni”. “Ci ha stupito – ha aggiunto – in particolare il ‘no’ di alcuni parlamentari che magari, per valori personali e di coscienza e per esperienze personali, ci avrebbero sostenuto e non hanno potuto farlo perché devono soggiacere alla volontà del partito e della rete”.

Così viene meno la libertà di pensiero. Ed è questo il tasto che Ramonda intende battere per convincere i grillini recalcitranti. “Viene eliminato il diritto fondamentale all’obiezione di coscienza. Siamo costernati”. Da qui l’appello rivolto a deputati e senatori pentastellati che “conoscono i danni che la prostituzione arreca a donne e minorenni” affinché “obiettino, andando contro il pensiero comune, e abbiano la possibilità di dissentire”.

Forte anche la presa di posizione di don Aldo Buonaiuto, responsabile della comunità fondata da don Oreste Benzi. “Il presidente Ramonda ha fatto una giusta sottolineatura, cioè quella della meraviglia e della sorpresa – ha spiegato a Intelligonews.it – In tutto il Movimento non c’è un solo deputato che abbia accolto una proposta che è in linea con quel modello nordico che l’Europa chiede agli Stati membri di adottare: la punibilità del cliente”. E cioè “combattere la domanda che fomenta l’offerta di persone che arrivano in Italia attraverso la tratta di esseri umani per motivi legati allo sfruttamento della prostituzione”.

Don Buonaiuto ha poi raccontato l’attività della “Giovanni XXIII”: “Da oltre trent’anni andiamo nelle strade d’Italia e del mondo, nei quaranta Paesi in cui ci troviamo. Parliamo della prostituzione coatta, di quella che al 99% si trova sulle strade, nei marciapiedi. Prostituzione che nulla ha a che vedere con quella che possiamo trovare negli alberghi a cinque stelle o nelle case di lusso, di donne che scelgono di prostituirsi. Scelte che, dobbiamo ricordarlo, hanno sempre uno stato di bisogno alle spalle. Dire che sia normale per una persona, donna o uomo che sia, prostituirsi è comunque una grande menzogna e oscenità”.

L’appello rivolto al direttorio grillino è quello di incontrarsi per capire “chi sono le donne che si trovano nelle strade, nei night e negli alberghi. Qualcuno del Movimento, come riportato oggi da Avvenire, ha anche trascorso del tempo nelle nostre realtà. Quindi chi deve sapere sa, noi non parliamo per sentito dire, ma perché siamo proprio sul campo. Portiamo esperienze concrete e siamo più che disponibili a incontrare chi non ha paura a confrontarsi con la realtà”.

Intanto si registra la prima, inquietante, reazione dal mondo dei clienti. In una mail anonima recapitata alla deputata Pd Caterina Bini vengono minacciate possibili ritorsioni elettorali se le multe nei confronti dei “fruitori” dovessero diventare legge. “Sono 9 milioni i clienti di prostitute in italia e sono elettori – scrive un cliente – i voti non arriveranno se portate avanti queste proposte”. La lettera prosegue paventando la possibilità di uno stop al versamento del 2 x mille a favore dei partiti. “La prostituzione vede tanti interessi coinvolti – ha replicato Bini – c’è sicuramente anche un giro d’affari molto consistente ma è una cosa che rimando al mittente anche se ci fa capire quanti interessi ci siano dietro alla prostituzione e quanto la battaglia sia giusta”.

Luca La Mantia: