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Prostituzione di bimbi rom a Bari: la Procura apre un’indagine

La procura della Repubblica di Bari ha aperto un’indagine per sfruttamento della prostituzione giovanile dopo l’inchiesta giornalistica de “Le Iene” andata in onda domenica 19 marzo su Italia Uno.

Giovanissimi

Il sospetto è che nella zona nei pressi dello Stadio San Nicola ci sia un giro di prostituzione di giovanissimi di etnia rom, di età documentata dagli 8 ai 17 anni. Nel fascicolo dei pm pugliesi, coordinati da Marcello Quercia, si ipotizza il reato – al momento a carico di ignoti – di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile.

L’indagine

Poco meno di un anno fa il pm di Bari Simona Filoni aveva già aperto un’indagine sulla stessa ipotesi, i cui esiti investigativi non avevano tuttavia consentito di individuare responsabilità. “È una vergogna che ci siano orchi balordi che cercano le prestazioni di questi bambini”, ha commentato il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. “Da oltre un mese – ha detto – la Polizia municipale con i servizi sociali hanno allontanato i primi bambini dalla strada e dalle famiglie che probabilmente li sfruttavano. Stiamo cercando di prenderci cura dei bambini, facendo il possibile per allontanarli da tutta questa crudeltà”.

Denunce

La scorsa settimana, infatti, sette cittadini di nazionalità bosniaca sono stati denunciati e due minorenni accompagnate in struttura protetta al termine delle operazioni di sgombero del campo rom situato nei pressi dello Stadio San Nicola di Bari dalla Polizia Municipale, e solo qualche giorno prima i Carabinieri avevano arrestato nella stessa zona un 67enne accusato di aver dato un passaggio ad un 15enne rumeno convincendolo ad avere un rapporto sessuale in cambio di 10 euro. “È devastante, se fosse vero – ha aggiunto il sindaco – che ci sono famiglie che sfruttano i bambini e sono consenzienti”, spiegando che “un intervento c’era già stato un mese prima, perché avevamo allontanato dalla strada cinque bambini e li avevamo accompagnati in comunità”.

Il Garante

Sulla vicenda è intervenuta anche la Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Puglia, Rosy Paparella. “Scriverò alla prefettura di Bari – ha detto – per convocare un incontro il più possibile ampio, per trovare soluzioni utili a prevenire situazioni di tale degrado. Un confronto tra uomini e donne, capaci di difendere la parte più vulnerabile della nostra società: i nostri figli, da qualsiasi parte essi provengano”.

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