Si è riservato la discesa in campo giusto una giornata prima del comizio finale fra i candidati. La presenza di Barack Obama, però, è ancora un buon deterrente, forse più per i democratici in sé che per Joe Biden, che pure con lui ha condiviso otto anni alla Casa Bianca. Il punto è che, in fondo, un vero e proprio leader attorno al quale fare quadrato i dem non lo hanno più trovato dopo il predecessore di Donald Trump. In tanti hanno provato a rispondere al bisogno di leadership (qualcuno fallendo più di altri nel tentativo) salvo poi orientarsi su chi, in qualche modo, all’interno del partito fa un po’ storia a sé. E Obama, dal palco di Phildalephia, conferma la linea andando a cavalcare non tanto i punti di forza dei dem, quanto i punti deboli dell’avversario. Sceglie un drive in con macchine in attesa. Una scelta simbolica, forse più della scelta della città, dove pure fu firmata la Dichiarazione d’indipendenza.
Obama apre l’ultima sfida
L’attacco è mirato e variopinto. Trump viene identificato come “uno zio pazzo”, dai “comportamenti non normali per un presidente”. Tanto che, secondo Obama, gli americani non potrebbero tollerarlo come “preside di un liceo” né come “collega”. E lancia un appello chiaro: “Non lasciamo che questa elezione ci lasci rimpianti perché il Presidente l’ha già detto, ‘se il risultato sarà incerto, mi inventerò qualcosa’. Lui è già pronto a farlo, così non dobbiamo lasciare nessun dubbio, non dobbiamo essere compiacenti. Non mi interessano i sondaggi. Andate a votare e convincete gli altri a farlo”. Anche questa è una bella partita da giocare. Perché l’emergenza c’è, il Covid anche con tutte le conseguenze del caso. Solo per questo il voto di novembre è destinato a passare alla storia. Non tanto per i candidati, visto che, posta l’importanza implicita delle elezioni, la notizia vera Trump l’ha già fatta con la prima di elezione.
Mai, probabilmente, Obama si era spinto così avanti nell’attacco politico. Ora Miami, in Florida, che rappresenta uno di quegli Stati in cui la sfida si gioca sul filo e dove un ruolo importante potrebbe giocarlo la comunità ispanica. L’ex presidente preparerà il terreno. Poi se la vedranno Biden e Trump.